La Fondation Pierre Gianadda ancora una volta è associata alle mostre del Kunstmuseum di Berna grazie al suo direttore Matthias Frehner e per il prossimo inverno si appresta a presentare ben 150 opere di artisti emblematici della Svizzera, selezionati dalla immensa collezione della Fondation pour l’art, la culture et l’histoire, creata nel 1980 dal mecenate di Winterthur Bruno Stefanini.
Stefanini, che festeggia in questo 2014 i suoi novant’anni, è un collezionista atipico che ha, in più di cinquant’anni, raccolto più di 8000 opere, fra cui dipinti e opere su carta, centinaia di sculture, grandi collezioni di libri rari , oggetti preziosi e armi cerimoniali , mobili e oggetti di arti decorative . Questa incredibile collezione è conservata a Winterthur e oltre ad opere dell’arte e della cultura svizzera a partire dal XVIII secolo, comprende anche edifici storici di importanza nazionale come i castelli di Grandson (Canton Vaud ), di Salenstein e di Luxburg (Canton Turgovia) e di Brestenberg (Canton Argovia ). Si tratta certamente della più ampia collezione d’arte e di oggetti storici costituita in Svizzera da una sola persona.
Bruno Stefanini è nato a Winterthur nel 1924. Suo padre, emigrato dalla città di Bergamo, operaio specializzato in impianti idraulici, ha diretto il leggendario ristorante di specialità italiane Salmen.
I primi incoraggiamenti a interessarsi d’arte gli giungono dalla madre che collezionava cose antiche e lo portava con sé quando andava a curiosare nei negozi di antiquariato. Al liceo si dedica con passione alla lettura, costituendosi così una solida cultura letteraria. Gli piace anche il disegno, ma intraprende poi studi di scienze naturali presso il Politecnico Federale di Zurigo. Passa vari anni sotto le armi al tempo della seconda guerra mondiale, raggiungendo il grado di capitano di fanteria. Interrompe poi gli studi e, negli anni del boom economico degli anni 1950-1960, sviluppa una attività nel settore immobiliare. Con una strategia di investire il reddito da locazione in nuove promozioni diventa uno dei più grandi proprietari privati ??di beni fondiari in Svizzera, fatto questo che gli permette di costituire una collezione d’arte di tale portata. Stefanini dedica alla sua passione per l'arte tutto il suo scarso tempo libero, acquisendo così una vasta conoscenza della storia dell'arte. Cinque anni fa Matthias Frehner chiese a Bruno Stefanini di poter organizzare una mostra con le opere della sua collezione. Allora declinò l’invito affermando che era “troppo presto” . Ora ha accettato forse convinto anche dal fatto che la mostra, dopo la presentazione a Berna, sarebbe stata esposta anche qui alla Fondation Gianadda.
ALCUNI CAPOLAVORI PER ILLUSTRARE I DIECI TEMI DELLA MOSTRA
La mostra, curata da Matthias Frehner direttore del Kunstmuseum Bern, si sviluppa per temi : dipinti di paesaggio, di genere, rappresentazione di animali, nature morte, il simbolismo, il nudo, il bambino, ritratti e autoritratti. In un percorso che spazia dal 1762 alla metà del XX secolo e che coinvolge i visitatori con opere in massima parte di artisti svizzeri di gran fama.
- Albert Anker, (1831-1910) è rappresentato in vari temi, sia con dipinti di carattere storico come Les Polonais en exil (1868)e Les Bourbakis (1871),ma anche con immagini della pittura di genere, che gli è tipica, come Les sœurs Gugger tricotant (1885) o Le vin nouveau (1874).
- Ferdinand Hodler, (1853-1918) si propone con paesaggi svizzeri - Le lac Léman vu de Chexbres (1904 ca.)e Vue sur le lac Léman (1915 ca.) - e con pitture simboliste Las de vivre, (dopo 1892)e Heure sacrée (1911).
- Félix Vallotton, (1865-1925) spicca con i suoi nudi femminili (Baigneuse au rocher, 1911) e le visioni di mare (Marée montante le soir, 1915).
- Di Giovanni Segantini, (1858-1899), italiano di nascita e di formazione che vivrà poi a Savognin nei Grigioni e quindi a Maloja nell’Engadina, vengono presentati 3 disegni di grande formato La Vie, la Nature e la Mort, 1898/1899 progetti del Triptyque des Alpes ora al Museo Segantini di Saint-Moritz.
Oltre a questi quattro grandi artisti, ci sono altri maestri da non perdere: da Cuno Amiet, a Alice Bailly, François Bocion, Alexandre Calame, Augusto e Giovanni Giacometti, Jean-Etienne Liotard, Edouard Vallet e altri ancora.
Accompagna l’esposizione un ampio catalogo con la riproduzione a colori di tutte le opere.