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APOLLO E DIONISO: UNA RICONCILIAZIONE
POSSIBILE
Attraverso linformale europeo
Milano, Galleria Blu, Via
Senato 18
7 febbraio - 29 aprile 2006
Informazioni: tel.
02.76022404
www.galleriablu.com
La Galleria Blu apre
il 2006 con una mostra che vuole per un verso essere documentaria di una
delle correnti dellarte più importanti della seconda metà
del 900 e per altro verso intende porsi di fronte allarte
in modo problematico.
Nellinformale, infatti, si fa palese la contrapposizione tra la
verità e la sua immagine. E forse proprio qui è possibile
dimostrare quanto sia apparente la contraddizione dellarte che,
pur contenendo una verità eterna, sente costantemente il bisogno
di rinnovare i modi attraverso i quali renderla percepibile.
Così può essere argomentata quella dimensione del bello
che si identifica con leffetto sconvolgente della stessa
verità.
Linformale, nome coniato dal critico francese Michel Tapié
nel 1952 in occasione della mostra Signifiant de linformel
(ma forse già utilizzato da Dubuffet nel 1946), nasce sul ricongiungimento
di due opposti mitologici, ben rappresentati da Apollo e Dioniso.
Apollinea è la razionalità con cui questi artisti inizialmente
hanno deciso di trovare un nuovo percorso della verità dellarte
andando oltre le scelte formali proprie della tradizione. Licona
figurativa praticata in termini descrittivi e realistici è bandita
per dare spazio direttamente alle tensioni più indicibili ed emotive.
Qui interviene la dimensione dionisiaca per permettere a ciò che
non è razionalizzabile di mostrarsi, con immediatezza e sconvolgimento,
nellopera. Al segno e al colore che interpretano le forme del reale
si sostituiscono il gesto e la materia, per raggiungere col minimo di
mediazioni la verità dellarte.
Quella contrapposizione invocata da quanti rifiutano la libertà
espressiva dellarte trova proprio nella metafora mitologica gli
elementi di una riconciliazione: Apollo divide con il fratellastro Dioniso
il proprio santuario, permettendogli così di entrare nellOlimpo.
Ecco allora affollarsi in mostra, con la propria verve dionisiaca di trasgressione
rispetto alla tradizione, Afro, Alberto Burri, Nicolas De Stael, Jean
Dubuffet, Jean Fautrier, Lucio Fontana, Sam Francis Hans Hartung, Henri
Michaux, Jean Paul Riopelle, Giuseppe Santomaso,Gerard Schneider, Emil
Schumacher, Tancredi, Antoni Tápies, Cy Twombly, Emilio Vedova,
Wols. Con una serie di opere fondamentali per la comprensione della loro
poetica (ecco laspetto apollineo) come il sorprendente Sacco
SP1 (1956) di Burri esposto alla Biennale di Venezia nel 1958 (nello
stesso anno nella personale alla Galleria Blu) e alla Biennale darte
di San Paolo del Brasile nel 1959, o Casse noir et rouge (1962
ca) di Tápies dalle multiple presenze in importanti esposizioni,
ultima delle quali quella dedicata al maestro spagnolo dalla Pinacoteca
Casa Rusca di Locarno.
In questi lavori, come in quello di Fautrier, già appartenuto alla
collezione Giuseppe Panza di Biumo, e in tutti gli altri selezionati per
lesposizione, la riconciliazione tra verità e trasgressione
è manifesta, al di là delle preclusioni e dei gusti individuali.
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