ASTRATTISMO STORICO ITALIANO: IL CASO "COMO"

20 maggio - 30 settembre 2001

Maccagno, Civico Museo Parisi-Valle

A Maccagno, paese situato sulla sponda lombarda del Lago Maggiore subito dopo Luino, è attivo dal 1998 il Civico Museo Parisi Valle, ubicato in una struttura architettonica in cemento armato costruita a ponte sul fiume Giona, alla confluenza dello stesso nel Lago Maggiore. Realizzato su progetto di un team composto dall'architetto romano Maurizio Sacripanti (1916-1996), dall'ingegnere Giuseppe Noris (1924-1989), dall'architetto Riccardo Colella e da Giuseppe Vittorio Parisi, artista esperto di cultura visiva e fondatore del Museo, l'edificio ha conseguito il premio IN/ARCH 1991-92 per una struttura architettonica di carattere culturale. Il Museo è nato in seguito alla "donazione" al Comune di Maccagno di un corpus considerevole di opere (bidimensioni, tridimensioni e grafiche) compiute a partire dagli anni Trenta e fino agli anni Novanta dall'operatore di ricerca visiva G. Vittorio Parisi oltre che di un insieme di lavori di significativi artisti, suoi amici, attivi in anni fondamentali per lo sviluppo e l'innovazione della cultura visiva internazionale.

A partire dal 19 maggio, il Museo ospiterà per tutto il periodo estivo, una rassegna di carattere storico avente a tema l'astrattismo italiano di matrice geometrica, che si inserisce nella logica del museo in modo estremamente naturale. Negli anni Trenta due furono, in Italia, gli ambiti in cui si sviluppò l'astrattismo: il primo ebbe come fulcro la Galleria del Milione a Milano, il secondo trovò terreno fertile nella città di Como, certo sollecitato anche dalle architetture razionaliste di Giuseppe Terragni. L'attenzione della mostra si concentra sull'esperienza comasca mettendo a fuoco, con l'opera dei quattro artisti di maggior spicco - Carla Badiali (1907-1992), Aldo Galli (1906-1981), Mario Radice (1898-1987) e Manlio Rho (1911-1957) -, anche il lavoro compiuto dagli altri pittori che si cimentarono, con diversa intensità creativa, nella stessa direzione: Aristide Bianchi, Cordelia Cattaneo, Alvaro Molteni, Carla Prina, Eligio Torno.

La mostra intende dimostrare come il clima comasco fosse in quegli anni Ð caso particolare all'interno del panorama artistico italiano Ð fervido di iniziativa e di novità, maturate anche in forza di un rapporto dialettico esistente tra gli architetti razionalisti e i pittori attivi in città. Como rappresentò quindi un luogo fondamentale per l'arte non figurativa di quegli anni e la partecipazione di questi artisti (fatta eccezione per Molteni e Galli), alla Biennale di Venezia del 1942, nella sezione dedicata al "Futurismo", rappresenta certamente un buon riconoscimento di questa esperienza.

L'esposizione, che assume come riferimento principale proprio quell'edizione della Biennale, documenta in modo ampio l'opera dei quattro maestri maggiori, che proseguirono l'esperienza astratta anche nei decenni successivi, e propone degli altri un saggio della produzione dell'epoca attingendo, in buona parte dei casi, proprio alle opere esposte alla Biennale. La mostra si compone complessivamente di una sessantina di opere, in massima parte dipinti, anche se non mancano alcuni disegni ritenuti particolarmente significativi e una buona esemplificazione dell'opera scultorea di Aldo Galli, che è uno dei pochi scultori italiani che, con Fausto Melotti, ha frequentato il mondo dell'astrazione geometrica. In buona evidenza per tutti le opere degli anni Trenta e Quaranta con poche presenze di lavori dei primi anni Cinquanta. Selezionate da collezioni pubbliche e private (un nucleo consistente di materiali proviene dalla Pinacoteca Civica di Como), le opere esposte costituiscono lo spaccato di un'esperienza maturata negli anni in cui, proprio a Como, architetti come Giuseppe Terragni, Pietro Lingeri e Cesare Cattaneo disegnavano una nuova strada per l'architettura nella logica della struttura razionalista.

La mostra, proposta dalla Commissione Culturale del Museo, è curata da Luigi Cavadini, autore anche del testo pubblicato nel catalogo, e può considerarsi la prima che documenta in tutta la sua estensione l'opera degli astrattisti storici comaschi. L'ultima presenza significativa di essi (non tutti, però) risale alla rassegna "L'Europa dei razionalisti" che si tenne a Como nel 1989.

L'esposizione resterà aperta fino al 30 settembre, tutti i giorni, escluso lunedì, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19.