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GABRIELLA BENEDINI. Ritorno
ad Itaca
Cremona, Museo Civico
Ala Ponzone, Via Ugolani Dati 4
28 ottobre 2006 28 gennaio 2007
Orari: feriali 9-18,
festivi 10-18, chiuso lunedì, Natale e Capodanno
Informazioni: Tel.
0372407770
museo.alaponzone@comune.cremona.it
Questa importante
rassegna al Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, riporta Gabriella Benedini
nella città in cui è nata e dove ha vissuto per molti anni.
Dopo gli esordi a Parigi nel 1958 e la prima mostra personale in Italia
alla Galleria Bergamini nel 1962, sue mostre personali si sono susseguite
in varie città italiane, ma anche in Belgio e in Svizzera. Due
gli appuntamento a Cremona, ma molto lontani nel tempo, alla Galleria
Filodrammatici nel 1964 e alla Galleria Il cavalletto nel 1969. Importante
presenza poi alla Biennale di Venezia nel 1986, invitata da Arturo Schwarz
con una grande opera nella sezione arte e alchimia.
Con questa mostra la città di Cremona intende rendere omaggio a
questa artista particolarmente attiva, come testimoniano le rassegne che,
negli ultimi anni, le sono state dedicate in spazi pubblici di varie parti
dItalia (Como, Aosta, Spoleto, Siena, La Spezia e Sarzana, Reggio
Emilia).
La mostra, che si
concentra sulla produzione dell ultimo ventennio, presenta alcuni
riferimenti ad opere dei decenni precedenti (fra le altre, il grande Teatro
chimico di novembre esposto alla Biennale, ma anche i due film realizzati
nel 1973, 1978) in un allestimento che permette di comprendere la continuità
di una ricerca che è partita da esperienze legate al realismo esistenziale
e si è poi sviluppata con grande coerenza fino alle opere in cui
frammenti entrano in composizioni e la valenza spaziale prevale su quella
pittorica. Si giunge così a sculture come quella intitolata appunto
Ritorno ad Itaca, in cui varie tecniche e vari materiali confluiscono.
Opere dal messaggio che va ben oltre limmediatezza estetica e rimanda
(o, a volte, è richiamato) da memorie della storia, della letteratura
o dellarte di un passato remoto e di un inesausto andare, scrutare,
interrogare nella profondità della materia e nellinfinitudine
dello spazio. Infatti uno dei nuclei della sua ricerca (oltre che la prassi)
è stato il viaggio.
"Le opere di Gabriella Benedini - ha scritto Claudio Cerritelli,
critico darte e docente presso lAccademia di Brera, curatore
di questa mostra - nascono dallincontro ininterrotto con la materia,
dalla paziente attesa con cui lo sguardo si dedica al ritrovamento di
oggetti dismessi conferendo nuova vita alle loro forme mutilate, alle
schegge segnate dall'usura e ai segni sepolti dalla cenere dei giorni.
Il viaggio dell'artista
ha radici lontane, nasce dall'amore verso gli stupori segreti della natura
e i mutevoli stati d'animo del paesaggio, fa oscillare il pendolo della
visione tra terre lontane e geologie interiori, si muove quindi dalle
metamorfosi fuggevoli del colore per approdare alla terza dimensione e
alla presenza attiva della materia, autentica ossessione degli ultimi
vent'anni di ricerca, filo conduttore di un cammino labirintico che non
ha certezze."
La mostra, che si
inaugura sabato 28 ottobre alle ore 17.30, resterà aperta al pubblico
fino al 14 gennaio 2007 nei giorni feriali dalle 9 alle 18 e nei festivi
dalle 10 alle 18; chiuso il lunedì e nei giorni di Natale e Capodanno.
Gabriella
Benedini. Nota biografica
Nasce a Cremona nel 1932, si diploma presso lIstituto Paolo Toschi
di Parma e in seguito frequenta lAccademia di Brera. Soggiorna a
Parigi dal 1958 al 1960 dove tiene mostre personali e collettive.
Rientra a Milano e attraverso lartista Bepi Romagnoni entra in contatto
con la Galleria Bergamini che organizza nel maggio del 1962 la sua prima
personale in Italia, curata da Carlo Munari.
La sua continua ricerca è alimentata anche da numerosi e significativi
viaggi in Africa, in Asia, in America, dove situazioni e luoghi le hanno
trasmesso suggestioni e impulsi ad elaborare immagini e forme primarie,
riconoscibili nel successivo percorso artistico.
Abbandona progressivamente la ricerca pittorica e sperimenta linguaggi
diversi tra i quali quello cinematografico: realizza infatti nel 1973
e 1975 i due Super otto Doprenoi e Diutop e, successivamente,
nel 1978 Deserto.
Nel 1977 è tra le fondatrici del Gruppo Metamorfosi
col quale espone in Italia e allestero per un periodo durato circa
un decennio.
Fino dallinizio degli anni ottanta la sua indagine si sposta verso
la scultura. Nascono le Storie della terra-Mutazioni , i Teatri
della Malinconia, i Pendoli del Tempo, i Goniometri,
i Sestanti, le Costellazioni.
Forme e materiali diversi si estendono sempre più nello spazio
creando installazioni quali Il Teatro Chimico di Novembre (1984),
il Teatro di Persefone (1985), le Arpe (dal 1993),
le Navigazioni (dal 1996) e più recentemente le Vele.
Ha inoltre prodotto nellarco di dieci anni numerosi libri dArtista
polimaterici tutti documentati in tre differenti cataloghi.
Tra le mostre più importanti negli spazi pubblici si ricordano
quelle tenute al Centro Attività Visive di Palazzo dei Diamanti
di Ferrara (1972) a cura di Franco Farina, alla Pinacoteca Civica di Como
(1993) a cura di Luigi Cavadini, alla Torre del Lebbroso (1995) ad Aosta
a cura di Luciano Caramel e Janus, a Palazzo Racani Arroni di Spoleto
(1997) a cura di Martina Corgnati, in Palazzo Patrizi a Siena (2001) a
cura di Marco Meneguzzo, nel nuovo spazio museale Le Carceri
di Asiago (2004) a cura di Sandro Parmiggiani, allArsenale Militare,
al Conservatorio Musicale di La Spezia e alla Fortezza Firmafede di Sarzana
(2005) a cura di Giovanna Riu e su organizzazione de La Marrana, in Palazzo
Magnani a Reggio Emilia (2006) a cura di Sandro Parmiggiani.
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