AGOSTINO BONALUMI
Estroflessioni dalla tela alla scultura

Milano, Galleria Blu, Via Senato 18

4 ottobre - 21 gennaio 2006

Informazioni: tel. 02.76022404

www.galleriablu.com

L’attenzione della Galleria Blu di Milano sul lavoro di Agostino Bonalumi è di lunga data. Risale infatti al 1977 la prima presenza dell'artista in una manifestazione della galleria (la mostra “Aspetti d’erotismo nell’arte astratta”), e alla sua opera sono state dedicate numerose personali, nel 1980, 1989, 1991, 1995 e 2002. Non solo. La Galleria Blu, infatti, dal 1986 al 1997 ha rappresentato l’artista in esclusiva.
Questa è la seconda mostra interamente dedicata alle opere tridimensionali del maestro. La prima “Propositi di scultura”, si era tenuta nel settembre 1995, sempre alla Galleria Blu ed era accompagnata dalla monografia edita da “All’insegna del pesce d’oro” voluta e introdotta da Vanni Scheiwiller per celebrare i 70 anni della collana “Arte moderna italiana”.

In questa occasione (come peraltro era già avvenuto 10 anni fa) viene indagato un aspetto particolare della sua opera, quello inerente la scultura. Certo la sua ricerca non può considerarsi bidimensionale, in quanto tutti i suoi lavori, anche se realizzati in tela dipinta, hanno caratteristiche proprie del rilievo, ma in questo caso la tridimensionalità è assoluta ponendosi queste opere in piena evidenza spaziale.
Sono una ventina le opere esposte, in un viaggio che si sviluppa lungo quasi quarant’anni prendendo le mosse da una scultura del 1966 per concludersi con un lavoro eseguito proprio in questi ultimi mesi.
Vari sono i materiali utilizzati, dalla carta al plexiglas, dal PVC al legno, al cristallo, al marmo, al gesso, alla resina, senza dimenticare la tela estroflessa tipica del suo lavoro.

Per entrare nella logica di ricerca di Bonalumi, illuminanti sono le sue riflessioni che individuano spesso in modo incisivo i termini della questione scultura. Nel valutare e gestire elementi in apparenza contraddittori come “pesantezza e leggerezza; gravità e levità; geometrismo e naturalità” egli pone le basi di una ricerca, che emerge e prende autonomia in una sorta di gemmazione da quella che è la pittura, la pittura in generale e la sua in particolare. Pare di assistere alla liberazione della forma, che si rende autonoma dal vincolo bidimensionale senza perdere il valore pittorico originario, che si esprime nella presenza marcante del colore. Infine una considerazione sull’astrazione di queste forme che in alcuni casi, grazie all’uso di cristalli e di plexiglas, sembrano sfuggire i vincoli della forza di gravità: “l’immagine - annota l’artista - è la risultante della realtà oggettuale e del mobile riflettersi tra loro di particolari formali e strutturali”. Dalla realtà (o meglio dalle varie espressioni della realtà) di partenza, l’artista estrapola elementi di forma e organizzazioni spaziali, che poi elabora e interpreta con la sensibilità e l’esperienza che gli è propria generando così nuove “presenze” dalla pregnante concretezza e dal valore estetico indiscutibile.

La mostra, che si inaugura lunedì 3 ottobre alle ore 21, resterà aperta fino al 25 novembre da lunedì a venerdì 10-12.30 / 15.30-19.00, sabato 15.30-19.00 (chiuso domenica e festivi).