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CARMELO CAPPELLO. Sculture
dal 1956 al 1962
Milano,
SPAZIOTEMPORANEO (Via Solferino 56)
22 novembre
2006 - 13 gennaio 2007
Orari: da martedì
a sabato 16-19.30
Info. tel. 02.6598056
Martedì 21
novembre alle ore 18.30 la galleria Spaziotemporaneo di Milano, via Solferino
56, inaugura una rassegna particolare sullopera di Carmelo Cappello,
di cui ricorre questanno il decimo anniversario della morte.
Nelloccasione è stato radunato un gruppo di sculture particolarmente
rare che segnano in momento fondamentale allinterno della ricerca
dellartista, riferibile al periodo 1956-1962. Quegli anni furono
animati da una grande vivacità creativa che si manifestò
da una scultura allaltra attraverso improvvise novità
ed invenzioni poetiche, che gli consentirono di essere, se possibile,
ancor più libero: figure e segni, forme e volumi sono pervasi da
una scattante leggerezza. Lo spazio infinito si anima di morbidi movimenti
avvolgenti, luce ed ombra assecondano le forme che a volte si stagliano
nette e a volte si arricchiscono di riflessi splendenti.
In questo gruppo di lavori vediamo palpitare e consolidarsi quel rapporto
con la luce che sarà fondamentale in tutta la scultura di Cappello.
I molti fili che possiamo seguire per comprendere la sua poetica visione
si svolgono con dolcezza da queste opere straordinarie e ci conducono
incontro a quella sua visione solare dellarte che ha sempre accompagnato
la sua ricerca.
La evidente maturazione della sua espressione plastica trovò un
degno riconoscimento nella sala personale della Biennale di Venezia nel
1958 - dove furono esposte alcune delle sculture in mostra cui
seguirono, lanno successivo, la presenza a Documenta2 a Kassel e,
poi, un gruppo di importanti mostre in Italia e allestero.
La mostra milanese permette di approfondire la conoscenza con Carmelo
Cappello, cui già, durante lestate ha contribuito la bella
mostra allestita a Teglio in Valtellina negli spazi e nel giardino di
Palazzo Besta.
Nato nel 1912 a Ragusa,
Cappello si trasferì a Milano nel 1930 e allIstituto Superiore
dArte di Monza frequentò i corsi di Arturo Martini e Marino
Marini. Subito apprezzato dai maggiori critici e storici dellarte,
da Gioilli e Joppolo a Restany, a Steingraber, a Apollonio, fu invitato
alle Biennali di Venezia a partire dal 1940. Ebbe una sala personale nella
XXIX edizione del 1958, in occasione della quale gli fu assegnato il Premio
Internazionale darte liturgica. Significative furono inoltre le
sue partecipazioni alle Triennali di Milano e alle Quadriennali di Roma,
ma anche alle più importanti manifestazioni internazionali, come
Documenta2 a Kassel (1959) e la Biennale di San Paolo del Brasile (1965).
La linea della sua ricerca, che comincia a definirsi negli anni Trenta,
si evolve da una forma intima e sentita di figurazione ad una astrazione
limpida e luminosa che sa fare un uso lirico e spirituale dei materiali
più innovativi, concentrando nello slancio della luce e nella tesa
struttura delle forme il concetto stesso di spazio. Sempre decantando
e concentrando volumi e forme raggiunge nel corso degli anni la semplicità
del gesto assoluto, affrontando prima la figurazione e poi lastrazione
sempre nella consapevolezza che lespressione nei suoi vari aspetti
trasmette quelle pulsioni e quelle sensazioni che maturano nelluomo
nel suo confronto quotidiano con lesistenza.
Lattenzione alla realtà e linteriorizzazione di essa
stanno alla base della sua opera, che affida ai materiali (oltre al bronzo,
il ferro, lacciaio, lottone) il compito di dare assolutezza
alla forma.
A ricordare il decimo
anniversario della morte di Carmelo Cappello, giovedì 23 e venerdì
24 novembre si terrà nella sua città natale, a Ragusa, presso
il Centro Studi Feliciano Rossitto, un Convegno a lui dedicato. Interverranno,
fra gli altri, Gillo Dorfles, Claudio Cerritelli, Rachele Ferrario e Flaminio
Gualdoni.
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