XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara

DARE ARTE AL LUOGO     DARE ARTE ALLA CITTA’
Evento parallelo

25 giugno - 12 settembre 2010

 

Con DARE ARTE AL LUOGO e DARE ARTE ALLA CITTA’, La Marrana arteambientale di Montemarcello (SP), con il Castello Malaspina di Fosdinovo (MS), partecipa a Eventi Paralleli, iniziativa realizzata in occasione della XIV edizione della Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, che mette in risalto e dà visibilità alla vitalità delle realtà esistenti sul territorio.
I due progetti sottolineano l’ampio spettro dei linguaggi dell’arte contemporanea e si basano in particolare su una riflessione sulle relazioni tra tempo, spazio e luogo.

DARE ARTE AL LUOGO si terrà nell’affascinante Battistero del Duomo, in Piazza del Duomo a Carrara, dove saranno proiettati tre video.
La Marrana arteambientale presenterà “Introduction to a Distant World”(1985) un video (9 minuti) di Alfredo Jaar - grande artista cileno impegnato nel sociale - girato nelle miniere d’oro dell’Amazzonia in Brasile. Il video contrappone il valore dell’azione quotidiana di chi lavora (evidenziato, nel caso in oggetto, dagli uomini che faticano nel portare allasuperficie le rocce aurifere) alle quotazioni dell’oro nelle principali Borse valori delmondo.
Immagini e primi piani dei minatori, dei luoghi, i tagli dati alle inquadrature testimoniano il forte impatto avuto dall’artista per questa documentazione.

Il Castello Malaspina presenterà “Nashi” di Flavio Favelli e Gianluca Mattei (2007) e“Temporale” di Emanuele Becheri (2009).
Il video di Flavio Favelli e Gianluca Mattei, girato in una cava di marmo di Carrara, mostra un uomo che cammina con una sedia pieghevole, sulla montagna bianca. Pensa alle sue cose, fra i sentieri di pietraie e le ruspe. L'unico ristoro in una giornata tersa e polverosa è una pera, una pera nashi succosa e dissetante.

Il video (15 minuti) di Emanuele Becheri girato in un’anonima periferia italiana, rappresenta nient’altro che l’inquadratura della “durata” temporale di un esterno notte dove inizialmente non sembra accadere niente fino al momento in cui si scatena un temporale e tale avvento cambia radicalmente il panorama dello spazio fisso inquadrato.
Emanuele Becheri è l’artista scelto quest’anno per il programma di residenza del Castello Malaspina di Fosdinovo.

DARE ARTE ALLA CITTA’
Sempre maggiori sono le occasioni nelle quali committenti pubblici e privati chiedono agli artisti di confrontarsi con le realtà pubbliche; dal recupero di zone degradate alle problematiche di quartieri periferici, a Centri di assistenza per disabili o persone con problemi di adattamento sociale.
Una specifica modalità progettuale è stata elaborata da La Marrana arteambientale, che ne ha fatto oggetto del Premio P.A.A.L.M.A. Premio Artista + Architetto La Marrana Arteambientale.
Saranno presentate immagini di due esempi di questa forma di integrazione progettuale, ove, fra l’altro, una particolare attenzione è stata data all’utilizzo della pietra nelle sua varie forme.
Deep Fountain è la fontana-scultura realizzata dall’artista spagnola Cristina Iglesias, in collaborazione con lo studio di architettura Robbrecht and Daem nell’ambito del progetto di riqualificazione della piazza di fronte al Royal Museum of Fine Arts di Anversa.
Il secondo esempio riguarda un’idea di progetto, che utilizza in modo specifico i marmi, presentato al Concorso di idee per la riqualificazione architettonica e artistica di Piazza Verdi a La Spezia, bandito nel 2009 dall’Amministrazione comunale con la collaborazione del Premio P.A.A.L.M.A. Premio Artista + Architetto La Marrana Arteambientale. Si tratta dell’intervento elaborato da Idetoshi Nagasawa - artista giapponese (1940) noto nel panorama artistico internazionale, che vive in Italia da molti anni – con l’Arch. Maurizio De Vita, attivo a Firenze dove è anche docente presso la Facoltà di Architettura. Il progetto sviluppa il tema del giardino e dell’acqua e i materiali previsti sono vari tipi di marmo che segnano il nuovo concetto della piazza, ricostituendo il collegamento con il mare e la terra.


PROFILI DEGLI ENTI PARTECIPANTI

LA MARRANA ARTEAMBIENTALE
La Marrana arteambientale è spazio fondamentale per l'arte, ove artisti internazionalmente noti realizzano opere specifiche per il luogo in cui vengono collocate.
Il Parco di Arte Ambientale situato in località La Marrana di Montemarcello, Ameglia (SP) nell'ambito del Parco Naturale Regionale Montemarcello-Magra.
L'inizio della sua storia risale al 1997 quando Grazia e Gianni Bolongaro decisero di trasformare la loro casa di Montemarcello e l'ampio terreno che la circonda in un punto di ritrovo per gli artisti e gli appassionati d'arte contemporanea. Il programma di attività, avviato con la mostra del persiano Hossein Golba, ha un elemento caratterizzante: opere appositamente studiate per il luogo o la memoria dello stesso. Il rapporto che si crea tra opera d'arte e ambiente è stato lo stimolo per la creazione del Parco e il continuo arricchimento del territorio de La Marrana, testimonianza della validità dell'idea iniziale: l'arte agisce sul paesaggio in modo armonico con il paesaggio stesso, fornendogli nuovi motivi di visita e fruizione.
Il Parco, oggi, è un museo a cielo aperto in cui i visitatori possono ammirare opere di Hossein Golba, Kengiro Azuma, Luigi Mainolfi, Philip Rantzer, Mario Airò, vedovamazzei, Magdalena Campos-Pons, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Lorenzo Mangili, Lucia Pescador, Cecilia Guastaroba, Quinto Ghermandi, Jan Fabre, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Ettore Spalletti, Gabriella Benedini, Hamish Fulton, Claudia Losi, Pietro Roccasalva. Con maestri ormai storicizzati dalla lunga attività e consuetudine espositiva, figurano anche artisti giovani e meno noti che frequentano l'arte ambientale con grande vivacità e qualità di proposta.
Nel 2008, i fondatori Grazia e Gianni Bolongaro creano P.A.A.L.M.A. Premio Artista + Architetto La Marrana Arteambientale, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, direttore della GAMEC di Bergamo. Scopo del Premio Internazionale è sensibilizzare le amministrazioni pubbliche e i grandi committenti privati a nuovi valori emozionali, unendo artista e architetto sin dall'inizio del progetto.
Nella sua seconda edizione nel 2009 presso La Triennale di Milano (con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani, ANCE - Associazione Nazionale Costruttori Edili e con la collaborazione de La Triennale di Milano e Abitare come Media partner.), la Giuria - composta da Gabriele Basilico, fotografo-artista di paesaggi urbani; Francesco Bonami, critico d'arte, già direttore della Biennale di Venezia 2003 e curatore della Biennale di Whitney 2010; Alessandro Mendini, architetto e designer di fama internazionale; oltre a Giacinto Di Pietrantonio e Grazia Bolongaro (in rappresentanza de La Marrana arteambientale) - ha scelto di premiare "The Game", opera ideata dall'artista Philippe Parreno e dallo studio belga di architettura R&Sie(n), Roche e Lavaux.
Nel corso dello stesso evento, è stato presentato il Progetto "Piazze d'Arte" – patrocinato dal FAI Fondo Ambiente Italiano - con il quale P.A.A.L.M.A. intende orientare le Amministrazioni Pubbliche a riqualificare le piazze con progetti sviluppati con la modalità artista + architetto. In particolare, il primo progetto riguarderà la Liguria (progetto a cui ha già dato il suo assenso l'Assessorato al Turismo) e La Spezia ha rappresentato il punto di partenza di tale percorso, con il Concorso per la Riqualificazione Architettonica ed Artistica di Piazza Verdi, riservato solo a coppie di artisti + architetti. La Spezia rimarrà, perciò, esempio virtuoso di una modalità progettuale che mira a dotare le città di sempre maggior capacità di migliorare la vita quotidiana dei suoi abitanti, trarne motivo di orgoglio e aumentarne l'interesse per il turismo culturale.


Associazione Culturale La Marrana
Segreteria: Via Luigi Illica, 5 - 20121 Milano - Italia
Tel.0039 (02) 86463673 – 335 6328606
Fax 0039 (02) 86464809
E-Mail: info@lamarrana.it

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CASTELLO MALASPINA DI FOSDINOVO
Il Castello Malaspina di Fosdinovo si compone di una pianta quadrangolare con 4 torri rotonde orientate, un bastione semicircolare, due cortili interni (uno centrale), camminamenti di ronda sopra i tetti, giardini pensili, loggiati ed un avamposto verso il Paese detto in antico lo “spuntone”. Le sue origini di cassero medievale risalgono al XII secolo, ma la struttura per come appare oggi risulta una particolarissima combinazione di gusti e di architetture medievali, rinascimentali, neogotiche e romantiche.
Fu acquistato nel 1340 da Spinetta Malaspina ed ancora oggi appartiene alla famiglia Torrigiani Malaspina. Dopo i lunghi restauri degli anni 60, resisi necessari a seguito dei terribili bombardamenti della II guerra mondiale, i proprietari lo hanno aperto al pubblico che lo può visitare durante tutto l’anno. Un’ala del castello è tenuta come residenza privata per il periodo estivo.
Dagli anni 80 il castello si è prestato come sede per ospitare concerti, spettacoli teatrali, mostre collettive, letture e conferenze.
Dal 2007 è stata costituita l’Associazione culturale Lo Spino Bianco che si occupa di gestire il percorso museale del castello, le visite ed i laboratori delle scuole oltre a tutti gli eventi che in esso hanno sede.
Con il 2009 nasce Castello in movimento una manifestazione che ha come obiettivo quello di creare incontri tra idee e linguaggi differenti. Castello in movimento ha ospitato premi letterari, spettacoli teatrali, rassegne cinematografiche e concerti di musicajazz.
Parallelamente è iniziato anche un programma di residenze per artisti visivi. Ospiti per un periodo del Castello, pensano e creano un’opera per il luogo. primo artista invitato è stato Flavio Favelli che ha creato un ambiente per ilcortile centrale. Per l’anno in corso l’artista scelto è Emanuele Becheri. Il programma dedicato alle arti visive è a cura di Alberto Salvadori.
Il progetto diresidenza porterà al Castello Malaspina anche a gruppi di teatro sperimentale (incollaborazione con Lunatica Festival) e giovani scrittori.

Castello Malaspina - 54035 Fosdinovo - Massa Carrara
telefono +39 0187 680013 - 0187 68891
Associazione Lo Spino Bianco - 50123 Via dei Fossi, 3 - Firenze
telefono e fax +39 055 264288
associazione@castellodifosdinovo.it

www.castellodifosdinovo.it


- Il progetto di Idetoshi Nagasawa e Maurizio De Vita per Piazza Verdi a La Spezia
- L'intervento di Cristina Iglesias e lo studio Robbrecht and Daem per la piazza del Royal Museum of Fine Arts di Anversa

ARTISTI E ARCHITETTI

Artista, architetto di formazione e film-maker, Alfredo Jaar nasce nel 1956 in Cile e si forma durante la dittatura militare di Pinochet, producendo diversi lavori esplicitamente critici rispetto al regime. Si trasferisce nel 1982 a New York. Nei vent’anni successivi partecipa alle maggiori mostre e rassegne internazionali tra cui le biennali di Parigi (1982), Venezia (1986), São Paulo (1987), Johannesburg, Sydney (1990), Istanbul e Kwangju (1995), Documenta 8 (1987) e Documenta 11 (2002) di Kassel, Venezia (2009).
Nell’arco del suo percorso Alfredo Jaar instancabilmente si interroga su come l'arte possa interagire con il contesto sociale e politico più vasto; affronta temi di assoluta rilevanza, legati in molti casi a situazioni di urgenza umanitaria, di oppressione politica e di emarginazione sociale, di scarsa considerazione dei diritti umani e civili. Si concentra in particolare su situazioni che la nostra coscienza tende a rimuovere e sulla retorica attraverso la quale i media manipolano e trasmettono le informazioni.
Jaar crede in una correlazione tra etica ed estetica, attribuisce fondamentale importanza a un ruolo attivo e socialmente responsabile della cultura e insiste sulla necessità di ribadire, attraverso l’energia creativa dell’arte, posizioni etiche di fronte a temi difficili e a fatti gravi come ingiustizie, genocidi, emergenze umanitarie.
Nelle sue opere, sempre improntate a estrema perfezione formale, adotta linguaggi e strumenti diversi, dalla scultura all’installazione, dal video alla fotografia, al light box fino ad opere di dimensioni ambientali.

Flavio Favelli (Firenze, 1967) vive e lavora a Savigno (Bologna). Dopo la Laurea in Storia Orientale all’Università di Bologna, prende parte al Link Project (1995-2001). Ha esposto in importanti spazi pubblici e privati in Italia e all’estero. Tra i principali progetti personali: Centro Arti Visive Pescheria - Pesaro (2010) Quadriportico del Sentierone - Bergamo (2009) Fatebenefratelli - S. Colombano (2009), Castello Malaspina - Fosdinovo (2009), Museo Marino Marini Firenze (2009), Galleria Sales a Roma 2008, Fondazione Maison Rouge, Parigi 2007, Fondazione Sandretto Re Rabaudengo, Torino 2007, Projectspace176, Londra 2005, Museo Pecci, Prato 2005, IIC , Los Angeles 2004 , Galleria Maze, Torino, 2003, Artinprogress, Berlino, 2002 e mostre collettive: Italics, Palazzo Grassi a Venezia, XV Quadriennale di Roma, Elgiz Museum a Istanbul nel 2008 e Clandestini, 50^ Biennale di Venezia, 2003). Ha progettato e realizzato due installazioni bar funzionanti al MAMBO Museo di Bologna e al MARCA Museo di Catanzaro e due ambienti pubblici permanenti: Vestibolo alla Sede ANAS di Venezia nel Palazzetto Foscari e Sala d’Attesa nel Pantheon di Bologna all’interno del Cimitero Monumentale della Certosa che accoglierà la celebrazione di funerali laici. Nel 2009 è l’artista scelto per Acrobazie#5 al Centro Fatebenefratelli di San Colombano al Lambro (Mi). Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private come la Galleria d’Arte Moderna a Torino, La Maison Rouge Fondation Antoine De Galbert a Parigi, Collezione La Gaia a Cuneo, Collezione Laura Mattioli Rossi e Civiche Raccolte d’Arte a Milano, Nomas Fondationa a Roma, Museo Arte Contemporanea Villa Croce a Genova, Collezione Anita Zabludowicz a Londra, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, Collezione Elgiz a Istanbul e Collezione Unicredit Banca; nel 2008 il Museo MAXXI di Roma ha acquistato una sua grande installazione dal titolo “La Terza Camera”. Favelli lavorando con materiali di recupero, più o meno preziosi, stabilisce  sempre un rapporto con i luoghi dove opera, restituendogli una nuova storia e identità a oggetti apparentemente anonimi. Il tempo ha così un valore determinante nei lavori dell’artista, la sedimentazione di idee, significati, materiali, genera grazie alla riedizione compiuta un insieme di oggetti, architetture, macchine celibi.

Emanuele Becheri (1973) vive e lavora a Prato. Si diploma all'Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1995. Dopo alcune mostre personali e collettive in vari spazi pubblici e privati inizia un percorso che lo porterà ad essere invitato in anni recenti in Musei e Fondazioni di rilievo. Il suo lavoro mostra nel complesso un’idea di disegno espanso  attraverso varie modalità e mezzi diversi. I primi lavori che considera il suo punto di partenza sono alcuni Disegni tattili (2005), prodotti nella completa cecità dove l'artista ha un controllo relativo sull'opera. Il lavoro successivo è costituito da alcune grandi carte preventivamente accartocciate (Rilasci 2007) che vengono poi disposte in verticale e quindi abbandonate alla sola forza di gravità. Nel 2008 (Shining) la perdita di autorità sull'opera è più decisiva: lascia vagare delle chiocciole su dei fogli di carta dove s'imprime il loro passaggio luccicante, esponendo poi questi fogli solcati e quindi segnati dalle chiocciole. Gli ultimi lavori sono legati soprattutto all'opera video.
Mostre personali 2010: Hauntology a cura di Saretto Cincinelli, MAN,Museo d'Arte Provincia di Nuoro, Nuoro. 2009: Fankoo (con Nim Kruaseng) ,a cura di Pierluigi Tazzi, Galleria Fabio Tiboni, Bologna, Après Coup, a cura di Simone Menegoi, Museo Marino Marini, Firenze. 2008: Time out of joint ,a cura di Marialuisa Pacelli, Pac, Padiglione d'Arte Contemporanea, Ferrara, Shuffling the same card, Galleria Enrico Fornello, Prato. 2007:Lightness, (con Paolo Gonzato) a cura di Marinella Paderni, Neon-campobase, Bologna. 2006: Sept Dessins, Galerie Bernard Bouche, Parigi.
Mostre collettive selezionate 2009: Italian Open, a cura di ART AT WORK,Galleria Annet Gelink, Amsterdam. Our Time (video screening project), a cura di Joao Mourao,Smallbox28,Centro Hospitalar Psiquiatrico, Lisbona. Lo Sguardo Ostinato, a cura di Cristiana Collu, Saretto Cincinelli, Casa Masaccio,Arezzo. And yet it moves , a cura di Pieternel Vermoortel, Inti Guerrero, Julia Klaering, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene (TO) - Palazzo Ducale , Genova. Strutture Precarie , a cura di  Denis Viva, Ex-essiccatoi,S.Vito al Tagliamento Nocturnes , a cura di Eva Fabbris , Museion , Bolzano. 2008: Líevento immobile (Incantamenti),a cura di Saretto Cincinelli e Cristiana Collu, in collaborazione con il MAN di Nuoro,presso Casa LAI, Gavoi (NU). Soft cell: dinamiche nello spazio in Italia,a cura di Andrea Bruciati, Galleria Comunale díarte contemporanea, Monfalcone. All our Everydays, a cura Pierluigi Tazzi, Gallery VER,Bangkog(TH). Sporgersi prego, Galleria Lange&Pult, Zurigo. 2007: IM02-Líimmagine sottile. Opere per la collezione della Galleria Comunale d'arte Contemporanea di Monfalcone, a cura di Andrea Bruciati, Galleria Comunale díarte contemporanea, Monfalcone. Nessuna Paura. Líarte dallíItalia dopo il 2000, a cura di Marco Bazzini, Centro per líArte Contemporanea Luigi Pecci, Prato. Pittura/Materiale,a cura di Pier Luigi Tazzi, Galleria Frittelli Arte Contemporanea, Firenze. 2006: Generazioni/Rigenerazioni,a cura di Bruno Cor‡ CAMeC, La Spezia. Confini-Boundaries,a cura di Cristiana Collu, Saretto Cincinelli e Roberto Pinto, MAN_Museo díArte Provincia di Nuoro, Nuoro. Dialogo 1 ,a cura di Simone Menegoi, Galleria Enrico Fornello, Prato. Scirocco,a cura di Wilhelm Meusburger, Kuenstlerhaus Palais Thurm und Taxis, Bregenz(A). 2005: Arte all'Arte 10, special project '-a+a' curato da  Associazione Arte Continua, Castello di Linari, Poggibonsi (I)

Cristina Iglesias è nata a San Sebastian in Spagna nel 1956. Fa parte di una generazione di artisti che alla fine degli anni ’80, inizio anni ’90 ha portato all’espansione dell’oggetto scultoreo nel nuovo reame dell’installazione. In contrasto con i suoi predecessori “modernisti”, la Iglesias, il cui lavoro è principalmente figurativo, evoca spesso il corpo femminile facendolo entrare in rapporto oggetti di uso comune come mobili, stanze e edifici architettonici. A livello di materiali Iglesias combina l’utilizzo di cemento, ferro, vetro con elementi naturali come bambù, foglie e rami che spesso ricoprono esternamente i suoi lavori.  Sue mostre personali sono state ospitate nei più importanti musei del mondo tra cui Museum Ludwig di Colonia (2006), Whitecapel Art Gallery, Londra e Irish Museum of Modern Art, Dublino (2003); Museo Serralves de Arte Contemporáneo, Oporto (2002). La Iglesias ha rappresentato il suo paese alla Biennale di Venezia del 1993.

Robbrecht en Daem Architecten è uno studio di architettura fondato nel 1975 a Gent (Belgio) dagli architetti Belgi Hilde Daem Paul Robbrecht.
Negli anni il duo si è  specializzato in collaborazioni con artisti nella ricerca costante di una fusione tra architettura ed arte. Tra gli artisti con i quali hanno collaborato vi sono Gerhard Richter, Isa Genzken, Raoul De Keyser, Cristina Iglesias, Juan Munoz e Franz West. Numerosi gli interventi architettonici in materia di costruzione o restauro di spazi espositivi come Whitechapel di Londra, Galleria Hauser and Wirth di Zurigo, Museum Boijmans Van Beuningen di Amsterdam. Memorabile anche il loro coinvolgimento nella preparazione di Documenta IX (1992) nella quale costruirono i due Aue Pavilions  ancora utilizzati come spazi espositivi.

Hidetoshi Nagasawa nasce nel 1940 a Tonei, in Manciuria, dove il padre prestava servizio come ufficiale medico ufficiale medico dell’esercito imperiale. Nel 1945 a seguito dell’invasione da parte dell’Unione Sovietica, la famiglia, costretta a lasciare il paese assieme a tutti i civili giapponesi residenti, intraprende un difficile viaggio di un anno e mezzo verso il Giappone appena uscito sconfitto dalla guerra e in profonda crisi economica e sociale. Stabilitosi nel villaggio rurale di Kawashima, poco distante dalla capitale Tokyo, Nagasawa prosegue i suoi studi avvicinandosi con passione già all’età di quindici anni, all’arte e alle tendenze d’avanguardia. Laureato nel 1963 in Architettura e Design, trova lavoro in uno studio di architettura, ma vorrebbe potersi dedicare esclusivamente all’attività artistica. Nel 1966 sposa Kimiko Ezaki e a distanza di sei mesi dal matrimonio parte dal Giappone in bicicletta dirigendosi verso Ovest: attraversa Thailandia, Malesia, India, Pakistan, Afghanistan, Persia, Iraq, Giordania, Libano, Siria e Turchia, passa dalla Grecia e giunge a Brindisi e risale l’Italia visitando Napoli, Roma e Firenze. Nell’agosto del 1967 arriva a Milano, dove si conclude il suo viaggio a causa del furto della bicicletta. Trova uno studio nel quartiere operaio di Sesto San Giovanni ed entra in contatto con un gruppo di artisti tra cui Castellani, Fabro, Nigro, Trotta e Ongaro; attratto dai numerosi stimoli che gli offre l’ambiente milanese, decide di rimanervi e si fa raggiungere da Kimiko. E’ nel 1968 che l’attività artistica di Nagasawa acquisisce continuità e consapevolezza; nel 1968 partecipa al Festival di Anfo, sul lago d’Idro, e nel febbraio dell’anno successivo espone per la prima volta a Brescia presso la Galleria Sincron. Dal 1970 il suo lavoro concettuale si divide tra giochi verbali incisi su lastre metalliche, “azioni” e video; in quest’anno presenta la sua prima mostra personale alla galleria milanese Françoise Lambert e partecipa ad una mostra collettiva sull’arte contemporanea giapponese presso il Solomon R. Guggenheim di New York. Nel 1971 espone presso la galleria Toselli di Milano e all’Attico di Roma, ed avvia la sua produzione di sculture. Nel 1972 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia e instaura un proficuo rapporto lavorativo con il gallerista Ardemagni che gli consetirà di realizzare importanti opere scultoree impiegando materiali come oro, bronzo e marmo. Nel 1976 espone assieme a Luciano Fabro e Antonio Trotta nella mostra Aptico. Il senso della scultura a cura di Jole De Sanna a Verbania-Pallanza. Negli anni Ottanta il lavoro di Nagasawa subisce un apliamento di scala che lo porta a creare ambienti al confine tra scultura e architettura; le sue opere diventano antigravitazionali, capaci di sfidare le leggi della fisica e la forza di gravità. Nel 1988 espone presso il PAC di Milano. Negli anni Novanta Nagasawa è presente in tutto il mondo in importanti appuntamenti nazionali ed internazionali: a Kassel, per la IX edizione di Documenta nel 1992, alla Biennale di Venezia nel 1993 con una sala personale nel Padiglione Italiano e a Bologna nei locali di Villa delle Rose della Galleria d’Arte Moderna. Nello stesso anno, in Giappone, inaugura una mostra antologica presso il Museo Mito e nel 1996 espone in una personale alla Fondazione Mirò di Palma de Malloca. Milano ospita nuovamente il lavoro di Nagasawa nel 2001 presso il Palazzo della Triennale e nel 2002 a Palazzo delle Stelline; nello stesso anno a Palazzo Pretorio di Certaldo viene presentata la mostra Giardino della casa del tè e nel 2003 a Modena espone presso il Caffè letterario, Giardino Palazzo Agazzotti. Nel 2006 partecipa alla XII Biennale internazionale di scultura di Carrara e l’anno successivo espone presso la Torre di Guevara a Ischia. Nel 2008 realizza per il parco-museo della Villa Medicea La Magia a Quarrata (Pistoia) Giardino rovesciato.
Il suo lavoro è oggi presente in numerose ed importanti collezioni pubbliche e private in America, Belgio e Giappone, tra cui: FRAC, Fontevraud; Solomon R Guggenheim Museum, New York; Middelheim Museum, Anversa; The National Museum of Modern Art, Osaka; Museum of Contemporary Art, Hiroshima; Municipio Adachi-ku, Tokyo; Art Tower, Mito; Contemporary Art center, Mito.

Maurizio De Vita, laureato in Architettura presso l'Università degli Studi di Firenze nel 1980, ha poi insegnato presso la Graduate School of Architecture - Columbia University di New York, alla Syracuse University, sedi di Firenze e di Syracuse, USA, alla Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno,  alla Facoltà di Architettura di Venezia – IUAV. Dal 2004 è Professore di Restauro presso la Facoltà di Architettura di Firenze e dal 2003 al 2009 è stato direttore di “OPERE – rivista toscana di Architettura”. Nel biennio 2005-2006 è stato consulente del Comune di Firenze nella redazione del Piano strutturale in qualità di esperto dell’architettura del XX secolo e per la costituzione del nuovo Centro per l’Arte Contemporanea di Firenze, oltre che del Comune di Carrara per la progettazione scientifica del nuovo Polo Museale.
E' risultato vincitore di concorsi di architettura nazionali ed internazionali. Ha progettato e diretto numerosi interventi di restauro su edifici storici e complessi monumentali ed interventi di nuova realizzazione di edifici e comparti urbani. Ha partecipato con i suoi progetti a numerose mostre di architettura a Firenze, Parma, Viareggio, Torino, Parigi, Praga, Syracuse (N. Y.).  Progetti da lui redatti, anche in collaborazione, sono stati pubblicati sulle riviste: Casabella, Controspazio, Area, d'Architettura, Architecture d'Aujourd'hui, L'industria delle Costruzioni, Recuperare l'Edilizia, Riabita.

Per questo progetto ha coinvolto gli architetti associati nel suo studio (Giulia Cellie e Ulrike Schulze) e l’arch. Virginia Neri.