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PIERRE CASÈ. Misteri del sotoportego
con dieci storie di Alberto Toso Fei
Venezia, Scuola Grande della Misericordia (Sestiere Cannaregio, 3599)
3 settembre – 30 ottobre 2011
Dal gennaio al giugno 2007 - dice l’artista svizzero Pierre Casè - ho soggiornato a Venezia ospite della Fondazione Forberg-Castelforte. Durante questo periodo ho presentato, nella Chiesa di S.Stae, l’esposizione Mnemosine per Venezia. Questo evento riguardava una tematica molto personale riferibile a un ictus che mi ha colpito nel 1999. Difatti nella circostanza ho presentato ben mille e quaranta Teste arcaiche quasi ad esorcizzare un problema fisico e psichico che mi coinvolgeva.
Durante i sei mesi di permanenza ho conosciuto una Venezia a dimensione umana, lontana da quella apprezzata e ricercata dai turisti. I contatti con la gente, la frequentazione di ambienti popolari, mi hanno permesso un’indagine culturale e artistica più consona alla mia realtà. Dopo aver decantato la tematica delle teste arcaiche, durante questo mio peregrinare tra campielli e calli, calpestando “masegni” pregni di vissuto, ho scoperto qualcosa di tipicamente veneziano che mi attraeva: i sotoporteghi, passaggi coperti, porticati, aperti per comodità sotto costruzioni private che permettono di accorciare i tragitti.
Questi anfratti normalmente molto oscuri forniscono la sensazione di varcare una soglia, di entrare nel cuore di un mistero e di provare un po’ di angoscia, di timore; ma in fondo vedi una luce, l’uscita, una speranza di vita. Inoltre ogni sotoportego porta un nome particolare. Quindi il tutto mi intrigava e ho censito sul luogo la bellezza di duecentoquaranta sotoporteghi, tanti ne esistono nei sestieri di Venezia.
Ho avuto inoltre la fortuna di trovare una riedizione del libro di Giuseppe Tassini intitolato Curiosità veneziane dove vengono descritti corti, calli, campielli, rami e i sotoporteghi con la loro storia.Tutti questi indizi mi hanno stimolato a trattare questo tema e a produrre venti sotoporteghi a mo’ di trittici.
Le parti laterali sono composte da lamiere di metallo ossidato in modo che ognuna presenti una colorazione diversa. La parte centrale dell’opera tratta il tema scelto. Le tre parti sono percorse da un architrave modulare che le sostiene visivamente. La composizione dell’architrave è a ritmo sinuoso, a onda, quale riferimento all’acqua. Nella parte centrale, oltre alla ricerca di forma e colore, c’è, ed è una novità nel mio dire artistico, l’inserimento di un oggetto reale che, iconograficamente, fa pensare al soggetto del sotoportego in questione.
Ogni sotoportego accoglie anche un simbolo religioso in omaggio al pensiero vigente in quell’epoca a Venezia. Un altro simbolo, questa volta personale, inserito in ogni sotoportego è il filo di ferro spinato, emblema problematico delle tragedie quotidiane della nostra società.
Le opere
Sono 20 i grandi lavori esposti (cm 200x310 ciascuno), ognuno dedicato ad un sotoportego, cui l’artista si è dedicato completamente negli ultimi 3 anni.
Ad essi si accompagna una teoria di 100 variazioni del Sotoportego del Cristo in formato ridotto (cm 30x30), singole opere che riassumono in piccolo la complessità dei temi racchiusa nelle opere maggiori.
La mostra “Misteri del sotoportego” è allestita in modo suggestivo nell’ampio spazio del primo piano della Scuola Grande della Misericordia e si intreccia e si completa con un intervento letterario dello scrittore veneziano Alberto Toso Fei che ha immaginato, attingendo alla storia, alle tradizioni e alla fantasia, dieci aneddoti che riguardano dieci dei venti sotoporteghi presi in esame.
Un importante catalogo pubblicato da Skira editore presenta tutte le opere esposte, introdotte dai testi di Luciano Caprile, Maurizio Ferraris, Graziano Martignoni, Michele Fazioli, Paola Piffaretti e accompagnate dalle dieci “storie” di Alberto Toso Fei.
La mostra, che si inaugura venerdì 2 settembre alle ore 20.00, resterà aperta al pubblico fino al 30 ottobre, tutti i giorni, escluso lunedì, dalle 10 alle 18. Ingresso libero.
Pierre Casè
Nato a Locarno nel 1944, l’artista vive e lavora a Maggia nel Canton Ticino. Per dieci anni, dal 1990 al 2000, è stato il direttore artistico della Pinacoteca casa Rusca di Locarno per cui ha curato l’organizzazione di importanti rassegne dedicate all’arte europea del Novecento. Da sempre, però, Casè è pittore e lungo è l’elenco delle esposizioni tenute in spazi pubblici e privati. Tra le rassegne più recenti, vanno ricordate quelle proposte nel 1998 al Museo Russo di San Pietroburgo e al Manège di Mosca, nel 1999 alla Galleria SPSAS di Locarno, nel 2001 alla Galleria del Credito Valtellinese (Palazzo Sertoli) di Sondrio, nel 2002 alla Kunstgarten Galerie Hedy Ernst di Mühlehof e presso il Design Center di Langenthal, nel 2003 alla Galleria San Carlo di Milano, alla Galleria Rotta di Genova e al Museo Civico Floriano Bodini di Gemonio, nel 2004 l’antologica alla Pinacoteca Casa Rusca di Locarno, nel 2007 la mostra Mnemosine per Venezia nella chiesa di San Stae a Venezia.
La mostra si avvale dei patrocini di
Città di Venezia, Assessorato alle Attività Culturali
Consolato generale di Svizzera, Milano
Repubblica e Cantone Ticino
Ticino Turismo
ed è stata realizzata con il contributo di
SWISSLOS SSIC-Società Svizzera Impresari Costruttori, sezione Ticino
Collezione Renata e Urs Baumann, Aarwangen Collezione Cinque F, Ticino
Collezione privata, Ascona Anonimo Veneziano Amici e collezionisti dell’artista
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