COLLOQUIO.
Giorgio de Chirico e Alberto Savinio

Lissone (Mi), Museo d’arte contemporanea, V.le Padania, 6
28 ottobre 2007 – 27 gennaio 2008
Prorogata al 24 febbraio 2008

Informazioni: tel. 039.2145174; museo@comune.lissone.mi.it

 

Un ruolo di primo piano nell’arte del ‘900 spetta senza alcun dubbio ai due fratelli Giorgio de Chirico (1888-1978) e Andrea De Chirico – noto come Alberto Savinio (1891-1952) – figure singolari di una cultura aristocratica che coltiva interessi culturali ampi, cimentandosi nella musica, nella letteratura e nell’arte.
Gli obiettivi dei due fratelli dopo un percorso di formazione parallelo nel 1912 si differenziano, individuando ciascuno una propria strada: la pittura per Giorgio, la musica e la letteratura per Andrea (che assume lo pseudonimo di Alberto Savinio proprio per non generare confusioni).
Dopo varie esperienze, che attraversano anche gli anni della prima guerra mondiale, nel 1925 Savinio ritornerà alla pittura con una intensità particolare, senza pretese di confrontarsi con il fratello che nel frattempo si era già costruito un curriculum prestigioso, ma sicuro di possedere qualità e idee da proporre in ambito europeo.

La mostra che la Città di Lissone ha voluto per promuovere ulteriormente il proprio Museo, per dare continuità alla linea ormai consolidata di presentazione degli artisti che hanno partecipato allo storico Premio Lissone (la presenza di de Chirico, seppure fuori concorso, è documentata nell’edizione del 1952) e per presentare una sua piccola opera recentemente acquisita per la Collezione, mette a “colloquio” i due fratelli attraverso la loro produzione pittorica, mutuando il titolo da un lavoro di Savinio del 1932 che rappresenta Oreste e Pilade in una composizione che si fa eco dell’opera di entrambi gli artisti.

La mostra si compone di una settantina di opere (in larga parte dipinti, ma anche disegni) lungo un percorso temporale che tocca praticamente tutta la ricerca da loro condotta, riservando particolare attenzione, oltre che ad opere note, a dipinti e disegni inediti o da molto tempo non presentati in pubblico.

Grande è la disponibilità riscontrata da parte di qualificati collezionisti italiani che hanno aderito alle richieste di prestito, mostrando apprezzamento per l’attività che il Museo di arte contemporanea di Lissone ha sviluppato nella sua breve storia, che allinea, fra le altre, esposizioni dedicate a Le Corbusier, Le vie dell’avanguardia, Antoni Tàpies, Valerio Adami.

Curata da Luigi Cavadini, direttore artistico del Museo d’arte contemporanea di Lissone, e da Silvia Pegoraro, storica dell’arte che si sta occupando da tempo dei fratelli de Chirico, la rassegna, in programma a partire dal 28 ottobre al 27 gennaio, sarà accompagnata da un catalogo edito da Silvana editoriale, introdotto dai testi dei curatori e con la riproduzione a colori di tutte le opere in mostra.


COME RAGGIUNGERE LISSONE
in treno
Il Museo d’arte contemporanea di Lissone è situato proprio di fronte alla stazione delle Ferrovie dello Stato ed è quindi facilmente raggiungibile da Milano, Como e Canton Ticino utilizzando il treno.
Sulla linea Milano-Como-Chiasso, ci sono vari treni in partenza da Porta Garibaldi ( 14,36 – 15,36 – 16.36 – 17, 33; mattina sabato e festivi 9,36 – 10,02 – 10,30 ) e da Lambrate (14.57 – 15,27 – 15,57 -16,27 – 16,57), che portano da Milano a Lissone in 20 minuti.
La stessa comodità nel percorso inverso con partenze da Chiasso (tempo di percorrenza 45 minuti: 14.05 – 15,03 – 16,14; mattina sabato e festivi 9,05; 10,12) e da Como (tempo di percorrenza 40 minuti: 14.08 - 15.08 – 16,19; mattina sabato e festivi: 9,08 – 10,20).
in auto
Per chi volesse usare l’auto in partenza da Milano si consiglia di utilizzare la statale 36, la superstrada Milano-Lecco, cui si può accedere anche dall’autostrada A4, uscita di Sesto San Giovanni;
dalla Svizzera e da Como è consigliabile percorrere la Como-Bergamo fino all’incrocio con la superstrada Lecco-Milano e quindi imboccare la stessa in direzione Milano;
da Bergamo, Brescia e dal Veneto conviene percorrere la A4 e uscire a Sesto San Giovanni per imboccare la Milano-Lecco (seguire indicazioni Monza).
In tutti i casi uscita dalla superstrada a Lissone centro (via Carducci), seguire l’indicazione Stazione FS.

 

LISSONE E IL SUO MUSEO
La storia della città di Lissone inizia nel I secolo d.C. e nel tempo il piccolo villaggio si sviluppa fino ad ottenere la qualifica di “borgo” e a cingere l’abitato di mura e fossato (XII secolo). Una presenza che ha segnato profondamente la gente del luogo è stata senza dubbio l’insediamento sul territorio, tra XIII e XVI secolo, di ben cinque conventi degli Umiliati, frati e monache dediti alla lavorazione della lana e alla tessitura, che certamente avviarono i lissonesi a quel gusto del lavoro indipendente e soprattutto a quella cura artigianale dei prodotti, che essi avrebbero poi coltivato nel tempo e messo a frutto quando a fine Settecento aprirono le prime botteghe di falegnameria. L’operosità degli artigiani e la loro maestria fecero della città un centro importante per la produzione di mobili e ben presto sorsero grandi aziende a carattere industriale e commerciale che fecero conoscere ed apprezzare la produzione locale in tutta Italia prima e poi, dagli ultimi decenni dell’Ottocento, in tutto il mondo, ivi compreso il Medio Oriente. Gli sbocchi di mercato si ampliarono dopo la prima guerra mondiale raggiungendo anche il Sud America.
Città di produzione, Lissone seppe anche muoversi nella comunicazione del suo prodotto: prima con le grandi esposizioni in palazzi costruiti appositamente vicino alla stazione e poi con iniziative a cadenza regolare come la Settimana del Mobile, promossa dapprima dalla Famiglia Artistica Lissonese (1936) e successivamente (1951) assunta e organizzata dal Comune.
In questa operazione promozionale si inserì la nascita (1946) del Premio Lissone di pittura che acquisì nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta (l’ultima edizione storica è del 1967) un’importanza rilevante nel panorama delle manifestazioni d’arte italiane. Nel tempo vi aderirono artisti di tutto il mondo, figure allora ancora poco note, ma che avrebbero poi ottenuto un riscontro internazionale. Numerosi di essi furono premiati dalle prestigiose giurie, cui parteciparono i maggiori critici europei del tempo, chiamate a scegliere le opere più significative. Cominciò così a formarsi quella raccolta di opere che annovera firme di maestri come Morlotti, Birolli, Schneider, Tapies, Scanavino, Appel, Moreni, Vedova, Dorazio, Feito, Perilli, Buri, Klasen, Adami ed altri ancora, su cui nasce l’idea di museo e per il quale si giunge nel 2000 alla inaugurazione del Museo d'arte contemporanea che si insedia con una struttura di ispirazione razionalista sull’area precedentemente occupata da un grande complesso industriale mobiliero, inglobando l’avancorpo del vecchio edificio.
Con la costruzione del nuovo Museo si rilevò la necessità di provvedere ad una campagna di acquisti di opere che saldassero la storia del Premio con il presente.
Si individuarono due percorsi da seguire. Il primo è affi-dato al “nuovo” Premio Lissone, che consente di tenere aggiornata la situazione della pittura contemporanea con opere di giovani artisti. Nell’ordine si sono acquisiti i lavori premiati di Giorgio Vicentini (1999), Ernesto Jannini (2000), Enzo Maio (2001), Matteo Bergamasco (2002), Helga Franza (2003), Fabiola Quezada (2004), Jolanda Spagno (2005).
Il secondo percorso, invece, fu legato alla presentazione di tre mostre intitolate “Dal Premio alla Pinacoteca” tese punto a costituire un trait-d’union tra passato e futuro della Collezione della città. In quelle occasioni si acquisirono dipinti - ma anche sculture - di autori delle generazioni degli anni Venti e Trenta, con alcune presenze di artisti degli anni Quaranta. Importanti inoltre sono state poi le donazioni di opere da parte di enti e di privati, che hanno portato nelle collezioni, fra l’altro, due grandi tele di Giorgio Bellandi (dono generoso della Famiglia Artistica Lissonese) e una bella serie di lavori su carta e dipinti di Gino Meloni. Fra le acquisizioni più recenti figura inoltre un’opera di Giorgio De Chirico.
Su questa storia si innesta ora il Premio Lissone Design (che affianca il rinato Premio di pittura), con l’intento di richiamare l’attenzione dei designer di tutto il mondo sulle potenzialità produttive e commerciali del territorio, ma soprattutto di contribuire a qualificare sempre più il prodotto e farne percepire assieme valori estetici e capacità produttive.

Mostre principali presentate presso il Museo
Le Corbusier pittore scultore designer (2003)
Le vie dell’Avanguardia (2004)
André Villers. “Picasso, io & gli altri” (2004)
Tàpies: passione per la materia (2005)
Meloni informale europeo (2005-2006)
Adami d’après Adami (2006)
Inoltre:
Premio Lissone (pittura): anni 2000, 2001, 2002, 2003, 204, 2005
Premio Lissone Design : Playing Design (2006)