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PICASSO E IL CIRCO
Martigny, Fondation
Pierre Gianadda
9 marzo - 10 giugno 2007
tutti i giorni ore
10-18
Informazioni : 0041.27.7223978
(in Italia : 031.269393)
Biglietto di ingresso:
Fr. 15.- / € 10,00; terza età: Fr. 13- / € 9; famiglie:
Fr. 35.- / € 23,50; bambini oltre 10 anni e studenti:
Fr 6.- / € 4. Gruppi: adulti Fr. 13.- / € 9; terza età:
Fr. 11.- / € 7,50; bambini/studenti Fr. 8.- / € 5,50
Catalogo: Fondation
Gianadda (Fr. 45.- / € 30)
Oltre alla mostra,
con il biglietto di ingresso si possono visitare:
- La Collezione Franck,
- Il parco delle sculture
- Il Museo gallo-romano
- Il Museo dellautomobile
Per chi giunge a
Martigny in auto attraverso il tunnel del Gran San Bernardo il pedaggio
di ritorno in Italia, dietro presentazione della ricevuta di andata e
di un biglietto di ingresso alla Fondation Gianadda, è gratuito.
I legami che Picasso
ha intrattenuto con il mondo del circo sono stati molto frequenti lungo
tutta la sua carriera. Nella Barcellona di fine Ottocento, Picasso vede
i circhi di passaggio in città anche se non resta traccia di questo
momento nella sua opera. Più tardi i circhi ambulanti di Parigi
diventeranno un luogo di incontro abituale per il giovane Picasso e i
suoi amci in occasione dei primi soggiorni in quella città. È
alla fine del 1904 e nel 1905 che il circo - il Medrano è un punto
di riferimento nella sia vita e nella sua opera - diventa il tema centrale
del suo lavoro di artista. Crea così scene immaginarie in cui acrobati
ed equilibristi (che compaiono già nella tradizione letteraria
e pittorica del romaticismo per simboleggiare la solitudine e la sofferenza
delluomo) recitano ruoli della vita quotidiana, espri-mono i loro
problemi personali, la loro solitudine e lincomprensione a cui i
loro sentimenti sono sog-getti. Le scene di famiglia, dove i saltimbanchi
e gli arlecchini diventano i protagonisti di questo periodo, sono eredità
dei gruppi familiari che affondano le radici nel periodo blu. Queste composizioni
saranno lorigine di un grande dipinto cui Picasso pensava da tempo, La Famille de saltimbanques, realizzata nel 1905. Come succederà
negli anni Trenta per il Minotauro, lArlecchino diventa l'alter
ego dell'artista. Questo personaggio che rimanda ai personaggi marginali
del periodo blu è il vero eroe di quello che verrà definito
come il periodo rosa.
Negli anni del cubismo,
la famiglia di Arlecchino ricompare in modo isolatto in un insieme di
oli eseguiti nel 1909. La si distingue sullo sfondo nella natura morta
Pains et compotier aux fruits sur une table. La disposizione degli
elementi di questo dipinto rimanda a una composizione precedente, Carnaval
au bistrot, i cui personaggi sono oggetto di una metamorfosi che dà
come risultato i diversi elementi che compongono la natura morta in questione.
Nel 1915 Picasso fa una serie di ricerche dove prosegue la sua analisi
della rappresentazione di Arlecchino. Esse confluiscono nel dipinto Arlequin
di proprietà del Museum of Modern Art de New York, che accompagna
una serie di acquerelli e che, secondo lartista stesso, costituisce
il momento più alto della sua interpretazione di Arlecchino. Questo
genere di esercizio intensivo si ripeterà due anni più tardi
in occasione di Parade, la sua prima e ambiziosa collaborazione
teatrale.La ricostruzione della vita di un baraccone da fiera gli fornisce
il pretesto per una serie di esperimenti plastici. In questo modo, le
acquisizioni cubiste si alterneranno a un naturalismo che annuncia il
classicismo monumentale che egli svilupperà nel corso degli anni
seguenti e dove il personaggio di Arlecchino continuerà ad occupare
un posto centrale.
A partire dal 1920
il tema di Pierrot e Arlecchino ritorna di forza e, rifacendosi ai personaggi
del 1917, dà luogo alle due grandi versioni decisive dei Trois
musiciens - dove lartista rappresenta di nuovo se stesso come
Arlecchino - che costituiscono uno splendido sboccco delle influenze che
gli derivano dal viaggio in Italia.
I cinque magnifici
ritratti monumentali del pittore Jacint Salvadó, sempre rappresentato
in abito da Arlecchino, realizzati nel 1923, costituiscono unaltra
pova dellinteresse di Picasso per la Commedia dellarte e della
traccia che essa ha lasciato in lui.
Negli anni Trenta,
la personalità del Minotauro, nel quale lartista si identifica
al punto da farne il suo alter ego, sostituisce progressivamente quella
di Arlecchino per finire di raccogliere le sue spoglie in un disegno simbolico:
La Dépouille du Minotaure en costume d'Arlequin.
La traccia del mondo
del circo resta presente lungo tutta la sua vita. Nelle sue ultime opere,
lo spettacolo del circo assume una importanza particolare e lartista
esorcizza i numeri del circo della sua gioventù. Le amazzoni e
i clown risorgono in un esercizio ricco e vario dove la sua opera sfida
linesorabile fugacità della vita. Picasso non esita a lasciarsi
fotografare in più riprese in figura di clown, simbolo della sua
personalità nello etesso tempo triste ed eroica. Magnifiche testimonianze
di tutto ciò si ritrovano nelle opere dei suoi amici fotografi
David Douglas Duncan, André Villers e Edward Quinn.
Il catalogo della
mostra riproduce a colori tutte le opere esposte. Prezzo di vendita CHF
45.-- (€ 30.-- ca).
Con il sostegno di
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