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CONCRETO / CINETICO
Lugano, MILER, Via
Canova
28 aprile 26 maggio 2007
telefono 0041.91.9227302
È uno spazio
espositivo singolare, la galleria Miler di Lugano (in via Canova, quasi
di fronte al Museo cantonale darte) che alterna presentazioni di
oggetti e mobili di un antiquariato particolarmente selezionato a esposizioni
dedicate allarte moderna.
In questo secondo
filone si situa la mostra CONCRETO / CINETICO che va a indagare, in unottica
decisamente europea, due filoni di ricerca che - pur maturati in momenti
diversi -presentano numerose consonanze. La ricerca di astrazione che
matura nei primi decennio del 900 (le cui radici sono da individuare,
nel tempo, nel costruttivismo sovietico, nel neo-plasticismo olandese
e nel Bauhaus) esplode con il convergere su Parigi, alla fine degli anni
Venti di artisti provenienti da tutte le regioni dEuropa. Theo van
Doesburg è il primo attorno a cui si radunano i vari esponenti
di questa ricerca (la rivista da lui fondata e che ha vita brevissima
si chiama proprio Art concret) ma ben preso sono altri gruppi-riviste
a diventare luogo (spesso virtuale) di incontro e confronto: sono Cercle
et Carré e Abstraction-Création che declinano modalità
diverse di approccio allimmagine. Da una parte quelli per cui la figura
geometrica è da considerarsi, in arte, altrettanto reale dellalbero,
del paesaggio, di un oggetto qualunque, e quindi elemento compositivo
di altrettanto valore; dallaltra quanti ritengono che lastrazione
non sia altro che una semplificazione delle forme tangibili e che quindi
proprio dal reale si debbano estrapolare (astrarre = trarre da,
dal latino abs trahere) le forme della nuova arte. Queste due strade continueranno
ad essere percorse e lo sono ancora oggi - da decine e centinaia
di pittori (molto meno gli scultori!). La mostra della galleria Miler
privilegia il percorso di quanti asseriscono la concretezza di una immagine
che nasce dalla giustapposizione di elementi geometrici e di colori in
un gioco che non ha bisogno di rimandi al mondo reale per essere vero,
equilibrato, gradevole alla mente e - perché no ? spesso
anche lirico.
Il dibattito parigino
dei primissimi anni Trenta raggiunge, per il tramite delle riviste, tutta
Europa e poi gli Stati Uniti dove si rifugeranno molti di questi artisti
considerati degenerati dal nazismo, come dimostrano le opere
esposte, che non sono quelle dei grandi autori a tutti noti (mancano anche,
per scelta, quelle del gruppo zurighese di cui Max Bill fu la figura di
maggior spicco), ma puntano a mettere in luce un sommerso di alta qualità,
portando a sud, verso lItalia, artisti la cui opera non ha mai varcato
le Alpi, ma le cui qualità meritano una attenta considerazione.
Fatti salvi autori
noti come Victor Vasarely (1908-1997), Èmile Gilioli (1911-1977),
Cesar Domela (1900-1992) o Carla Prina (1911), possiamo ricordare Brigitta
Malche (1938), Guy Vandenbranden (1926), Francisco Sobrino (1923), Roland
Werro (1926), Yves De Smet (1946), Rik Tokkie (?), Gilbert Decock (1928),
Patrice Allart (1945), Gottfried Honegger (1917) Jan van den Abbeel (1943),
Emiel Bergen (1923-1988), Jean Rets (1910-1998), Hartmut Böhm (1938),
Marcel Wyss (1930), Jean Pfaff (1945) e altri ancora. Fra questi anche
litaliano Paolo Minoli (1942-2004), da poco scomparso, il cui lavoro,
apprezzato in Italia, ha riscosso un interesse non marginale in Svizzera
e Germania.
Sono artisti di diverse generazioni accomunati da quella ricerca che dà
concretezza allidea. Nella evoluzione delle esperienze, si manifesta
per alcuni, il bisogno di superare la staticità dellopera
costruita. Prendono così forma le opere di carattere cinetico in
cui limmagine geometrica acquisisce una vibrazione particolare con
artifici pittorici o con la costruzione dellopera su più
livelli.
Larte cinetica, in questa lettura, appare proprio come uno sviluppo
dellarte concreta, che innova rendendola coerente con una società
che al dinamismo affida molta della sua credibilità.
Il progetto della mostra e la scelta delle opere sono il risultato di
una ricerca condotta in questi anni dai responsabili della Galleria Miler,
che, oltre ad essere appassionati del design del 900, sono cultori
di artisti che si muovono fuori dal coro, sui percorsi meno battuti e
quindi più originali. Come in questo caso.
La mostra resterà aperta dal 28 aprile al 26 maggio tutti i giorni
escluso lunedì e festivi con orario continuato dalle 11 alle 17.30.
Possibilità di visita in altri orari su appuntamento (tel. 0041.91.9227302).
Ingresso libero.
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