JEAN FAUTRIER (1898 –1964)
Martigny, Fondation Pierre Gianadda
17 dicembre 2004 – 13 marzo 2005

La Fondation Pierre Gianadda di Martigny (Svizzera) presenta, in occasione del quarantesimo anniversario della morte, un’ampia retrospettiva del pittore Jean Fautrier (Parigi 1898 - Châtenay-Malabry 1964), considerato il padre dell’informale.
Oltre 120 sono le opere – dipinti, disegni e sculture – raccolte in questa rassegna che percorre la sua ricerca dal 1923 al 1964. Sebbene l’artista sia stato oggetto di una retrospettiva memorabile nel 1989 Musée d’art moderne de la ville de Paris e di una rassegna itinerante in tre musei americani nel 2002-2003, l’esposizione alla Fondation Gianadda permette di apprezzare il ruolo determinante di Fautrier nella concezione e nello sviluppo dell’astrazione lirica in Francia, in particolare con lo sviluppo delle «hautes pâtes».

L’intento è quello di sottolineare l’articolazione dei diversi periodi pittorici attraversati da uno dei pittori più esigenti e «virtuosi» della sua generazione (secondo la definzione di Jean Paulhan): dal suo primo periodo figurativo al realismo cupo degli anni Venti, fino all’esplosione di quello che si chiamerà «arte informale» degli anni Cinquanta.

Nato a Parigi nel 1898, dopo la morte nel padre nel 1907, va a risiedere in Inghilterra con la madre. Frequenta poi per breve tempo sia la Royal Academy che la Slade School, poi decide di fare da solo. Torna in Francia nel 1917, arruolato come inteprete e poi come autista di ambulanza. Congedato nel 1920, inizia la sua carriera d’artista a Parigi, dove è sostenuto dai mercanti Jeanne Castel et Paul Guillaume, e ben accolto dalla critica e dall’ambiente letterario parigino. Il giovane André Malraux nel 1928 gli commissiona per le edizioni Gallimard le famose litografie per l’Inferno di Dante (mai pubblicate perché troppo «nuove»).
Dopo la crisi del 1929 e la rottura del contratto con Guillaume, Fautrier decide di allontanrasi da Parigi e di dedicarsi a quella nuova pittura che i critici e i mercanti non apprezzano. Si ritira sulle Alpi, prima a Tigne e poi in Val d’Isère, dove fa il maestro di sci e gestisce alberghi. In questi anni dipinge poco: effetti di neve, ghiacciai… che saranno importanti però per la sua tavolozza futura.

Nel 1940 torna a Parigi, occupata dai nazisti, e riprende a dipingere in uno studio che diventa luogo di incontro degli intellettuali impegnati nella resistenza all’invasione tedesca. Nel 1943 è pure arrestato per alcuni giorni. Questi avvenimenti si inseriscono sulla sua ricerca artistica che confluirà presto nella serie emblematica degli Otages (Ostaggi) del 1942-45, testimo-nianza folgorante delle atroci fucilazioni degli uomini della resistenza da parte dei nazisti ai quali egli aveva assistito dal suo rifugio di Chateaubriand de la Vallée aux loups, presso Châtenay. Questa serie di opere, ben rappresentata in mostra, prelude a quella non meno tragica dei Partisans (Partigiani) del 1956-57 che raccontano la sua «giusta indignazione» per l’invasione dei carri armati sovietici in Ungheria. Jean Fautrier si afferma allora come un pittore solitario, ma chiaramente impegnato per le sue convinzioni politiche.
A partire dal 1943 si affida ai mercanti René Drouin prima e poi a Jean Larcade e Michel Couturier e quindi a Samy Tarica. Dopo la guerra la sua opera è particolarmente sostenuta da Jean Paulhan, (« Fautrier l’enragé », 1945) oltre che da André Malraux e Francis Ponge.
Le opere scelte per la mostra da Daniel Marchesseau, “conservateur général du Patrimoine” di Francia e curatore della mostra, provengono da numerosi musei e da importanti collezioni private di Francia e Svizzera.

Il catalogo riproduce a colori tutte le opere e presenta una inedita iconografia. Testi storici di André Berne-Joffroy, Pierre Cabanne, André Malraux, Yves Peyré, Francis Ponge, Jean Paulhan accompagnano importanti contributi firmati da Karen K. Butler; da Gisèle Caumont del Musée d’Ile de France de Sceaux, da Jacqueline Cousin, da Daniel Marchesseau, da George Poisson, ex direttore del Musée d’Ile de France de Sceaux, da Marcel-André Stalter, professore onorario d’università e da Samy Tarica. In vendita in mostra a Fr. 45.-- (circa € 30.--).