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LO SPIRITO FUTURISTA NELLA PUBBLICITÀ ITALIANA
dal Massimo & Sonia Cirulli Archive, N.Y.
EL ESPÍRITU FUTURISTA EN LA PUBLICIDAD ITALIANA
Valencia - MuVIM - Museu Valencià de la Il·lustració i de la Modernitat (Calle de Quevedo 10)
18 maggio - 12 ottobre 2010
Informazioni : 0034.963883730; muvim@dival.es
Organizzazione: Museu Valencià de la Il·lustració i de la Modernitat (MuVIM), Diputación de Valencia e Caja Mediterráneo.
Con la collaborazione di: Massimo & Sonia Cirulli Archive, New York
Il progetto, curato da Luigi Cavadini, su un'idea di Anna Villari, si concentra sul Futurismo che è senza dubbio uno dei movimenti d’avanguardia più interessanti che maturano tra primo e secondo decennio del ‘900. Di matrice e di costruzione tutta italiana, fu lanciato e promosso con caparbietà da Filippo Tommaso Marinetti che sollecitato dal rapido cambiamento sociale in atto, propugna un’ampia rivoluzione culturale che illustra nel Manifesto del futurismo pubblicato nel febbraio 1909.
Il movimento che ne scaturisce si sviluppa per tre decenni sotto la guida sicura di Marinetti, raccoglie artisti e intellettuali e tocca man mano nuovi ambiti culturali e sociali, estendendo sempre più i suoi interessi, attraverso l’approfondimento delle situazioni esistenti e l’impegno programmatico di proporne e promuoverne di nuove. Sulla condivisione di obiettivi comuni si fonda la sollecitazione e quindi l’apporto di nuove menti, capaci di introdurre il fondatore, quando necessario, in nuove esperienze e su nuove problematiche, rispetto a cui egli si mostra non solo partecipe, ma decisamente propositivo. Nasce così ben presto il coinvolgimento dei pittori e un anno dopo il primo manifesto, compaiono i due manifesti della pittura firmati da Umberto Boccioni, Carlo Dalmazzo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla e Gino Severini. E, dopo la pittura, l’attenzione di Marinetti e di chi lo “accompagna” si concentra sulla musica (1911), sulla scultura e la letteratura (1912), sulla fotografia (1913), sul teatro (1913 e 1915), sull’architettura (1914). E non mancano pronunciamenti che vanno oltre l’arte e le arti, soffermandosi su aspetti del vivere sociale, come la condizione femminile (1912), la lussuria, la politica (1913), la scienza (1916).
Tutte le diverse esperienze trovano carattere di unità quando nel 1915 Giacomo Balla e Fortunato Depero, pubblicano il manifesto Ricostruzione futurista dell’universo in cui si evidenzia come lo spirito futurista è destinato a permeare tutti gli aspetti della società. E qui si inserisce la mostra El espiritu futurista en la publicidad italiana che dà conto delle novità che la poetica futurista ha introdotto nella cartellonistica pubblicitaria, portando sulla strada invenzioni, messaggi, immagini certamente più avanzate di quanto la gente comune fosse abituata a vedere. E il dinamismo tipico della ricerca futurista, che assume il mito della velocità e il progresso della tecnologia come momenti forti di una società che guarda al futuro, diventa momento di stimolo, di provocazione e di slancio.
La selezione di opere che compongono questa mostra a partire dall’ampia collezione del Massimo & Sonia Cirulli Archive, New York documenta, mediante manifesti esemplari, alcuni aspetti della storia della pubblicità in Italia nei trent’anni conclusivi della prima metà del ‘900. Tra gli autori rappresentati figurano sia artisti noti universalmente per il suolo svolto nella storia dell’arte italiana – in particolare Mario Sironi, Enrico Prampolini, Fortunato Depero, Nicolai Diulgheroff, Lucio Fontana – sia disegnatori-illustratori la cui fama è legata specificamente al mezzo pubblicitario, come Federico Seneca, Sepo (Severo Pozzati), Marcello Dudovich, Gino Boccasile, Mario Gros, Giuseppe Riccobaldi Del Bava, sia figure particolari come l’artista, architetto e grafico Marcello Nizzoli.
E, nella mostra, accanto ai manifesti compaiono anche una serie di opere – sculture, collage, dipinti ed altro di autori come Munari e Thayat - che, maturate in questa atmosfera aperta sul futuro, hanno partecipato alla “ricostruzione dell’universo” sollecitando e condizionando, direttamente o indirettamente, anche le immagini destinate alla pubblicità.
Uno sguardo ampio, quindi, che racconta il divenire della società, attraverso una visione che, pur con intenti commerciali, è stata gestita con grande lucidità da artisti che hanno saputo leggere i loro tempi con un vigore narrativo ed evocativo di sicuro impatto.
In mostra più di 80 opere, tra cui figurano manifesti di grande formato, sculture, libri, mnifesti pubblicazioni e opere grafiche, collage e disegni dei seguenti autori: Alberto Bianchi, Aldo Mazza, Alfredo Cavadini, Antonio Maraini, , Attilio Calzavara, Bruno Munari, Carlo Bompiani, Carlo Carrà, Domenico Chiaudrero, Enrico Prampolini, Federico Seneca, Filippo Tommasi Marinetti, Fortunato Depero, Franco Chelini, Giacomo Balla, Gino Boccasile, Giorgio Muggiani, Giuseppe Patrone, Giuseppe Riccobaldi del Bava, Giuseppe Romano, Lucio Fontana, Luigi Martinati, Luigi Spazzapan, Luigi Vignaduzzo, Maga, Manlio, Marcello Dudovich, Marcello Marchesi, Marcello Nizzoli, Mario Gros, Mario Sironi, Nicolaj Diulgheroff, O. Savelli, Paolo Federico Garretto, Ram (Ruggero Alfredo Michahelles), Renato Bertelli, Sepo (Severo Pozzati), Thayaht (Ernesto Michaelles), Umberto di Lazzaro e Xanti Schawinsky.
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