ARTE IN ITALIA NEL SECONDO DOPOGUERRA TRA CONCRETISMO E NUOVA ASTRAZIONE. Opere dalle Collezioni della Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate

21 ottobre 2001 - 17 febbraio 2002

Maccagno, Civico Museo Parisi-Valle

Dopo il successo della mostra "Astrattismo storico italiano: il caso Como", il Civico Museo Parisi Valle di Maccagno, sul Lago Maggiore appena oltre Luino, punta l'attenzione sulla evoluzione della ricerca astratta, soffermandosi in primo luogo su uno dei versanti di questo sviluppo, conseguente l'astrattismo storico di matrice geometrica o concreta, per poi toccare le varie esperienze di nuova astrazione condotta in Italia negli anni Settanta, Ottanta e Novanta.

Per raccontare questo percorso si è ritenuto di prendere come riferimento la vastissima collezione (oltre 3100 opere) della Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate, che cominciò a raccogliere opere significative con l'Istituzione del "Premio Nazionale Arti Visive" la cui prima edizione si tenne nel 1950. La disponibilità della direttrice Emma Zanella Manara e del Comitato di gestione della Galleria ha consentito di selezionare una serie di opere che possono considerarsi esemplari, anche se certo non esaustive, di quanto avvenne negli ultimi cinquant'anni del Ô900, partendo da maestri conclamati come Soldati, Reggiani, Radice, Vedova, Fontana per poi rilevare, per periodi, le nuove esperienze in atto.

La presentazione a Milano, nel 1947, della mostra Arte astratta e concreta che fu un'occasione unica per fare il punto sulle esperienze condotte in Europa nei decenni appena trascorsi, può essere considerata il momento di partenza di questa rassegna che si rivolge solo all'arte italiana e ha come nucleo fondante i maestri storici (anche qui non tutti, come avvenne in quella mostra), che elaborano le ricerche iniziate negli anni Trenta e Quaranta, nucleo sul quale si innesta di lì a poco la propositivit^ del M.A.C., Movimento Arte Concreta, che recepisce le istanze storiche e le sviluppa in una logica che non si sottomette al rigore del "concretismo" svizzero teorizzato da Max Bill (che fu il vero motore dell'esposizione milanese), ma apre le porte ad artisti di varia astrazione, sulla linea di quella affermazione di Bill in cui si dice che "l'arte concreta rende visibile, con mezzi puramente artistici, pensieri astratti e crea con ciò dei nuovi oggetti".

Questa "concretezza" appare ben leggibile nelle opere esposte dei fondatori del MAC (Dorfles, Monnet, Munari, Soldati) e in quelle degli altri che aderirono al Movimento e portarono avanti a lungo questa filosofia dell'arte (Nativi, Mazzon, Garau, Pantaleoni, Parisot, Chevrier). Fra le altre proposte assimilabili a queste vi è quella di Emilio Vedova, ben rappresentato da un lavoro del 1949. E mentre Fontana, Veronesi, Carmi, Salardi e altri ancora, danno veste nuova all'astrazione, maturano anche - siamo ormai negli anni Settanta - nuovi propositi dalle generazioni più giovani: potremmo ricordare le opere di Verna, Ortelli, Pomodoro, Frattini, Piemonti, cui seguiranno poi, negli anni Ottanta, quelle di Mazzoleni, Minoli, Falchi, Pardi, Xerra e quindi di Aricò, Iacchetti, Griffa, Olivieri, Tirelli, Peroli, Nunzio, Desì, Asdrubali, De Lorenzo, Reale Frangi. Cui si possono accostare, nelle diverse loro accezioni di astrazione, le sculture di Tavernari, Ramous, Cappello, Morandini, Grosso e P. Martini.