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GAULI E IL TEMPO DI CORRENTE
Cantù, Villa Calvi (ex Municipio), via Roma 8
15 maggio - 4 luglio 2010
Mostra a cura di Elena Pontiggia
Villa Calvi, già sede dell'Amministrazione comunale, sta assumendo una collocazione sempre più significativa nell'ambito della promozione culturale della Città di Cantù e si prepara ad ospitare una mostra di rilevante valore storico-artistico.
Nelle sue sale verrà presentata infatti, a partire dal 15 maggio la mostra Gauli e il tempo di “Corrente” che intende celebrare l'opera di Piero Gauli, artista nato a Milano nel 1916 e tuttora attivo tra Milano e Verna, piccolo paese comasco sul confine svizzero.
“L'attenzione - sottolinea Tiziana Sala, Sindaco e Assessore per la cultura - sarà concentrata sulla sua produzione degli anni 1936-1946, anni in cui partecipò al movimento artistico letterario sorto a Milano attorno alla Rivista “Corrente”, fondata nel 1938 da Ernesto Treccani, movimento che, con grande coraggio, propose una forma d'arte decisamente alternativa. L'espressione artistica di Corrente rappresentò infatti la cartina di tornasole della tensione che permeava quell'epoca, caratterizzata da un clima allucinato e da un'atmosfera cupa. Questa, come le altre mostre che abbiamo presentato in Villa Calvi, permettono di mettere in luce il lavoro di artisti che non si sono mai abbandonati alle lusinghe di un mercato facile e superficiale, ma hanno lavorato con lucidità esemplare, coerenti nella ricerca e aperti alle sollecitazione della società del loro tempo”.coerenza e affrontare con lucidità di pensiero”.
Del gruppo di artisti di Corrente, che comprendeva Arnaldo Badodi, Renato Birolli, Luigi Broggini, Bruno Cassinari, Sandro Cherchi, Piero Gauli, Renato Guttuso, Giacomo Manzù, Giuseppe Migneco, Ennio Morlotti, Giovanni Paganin, Aligi Sassu, Italo Valenti ed Emilio Vedova, Gauli è l'unica, grande personalità ancora vivente.
Il periodo trascorso dal maestro in Corrente è sicuramente quello più significativo ed importante perché lo mette a stretto contatto con quegli importanti artisti. Dal 1938 al 1945 egli vive a Milano una intensa esperienza creativa, realizzando una serie di opere di grande forza coloristica, le cui radici sono da riferirsi all'espressionismo tedesco, anticipatrice di tanta pittura dei decenni successivi. “ per Gauli - scrive Elena Pontiggia, curatrice della mostra, nell'introduzione al catalogo - il colore è sempre stato il fondamento della pittura. Ne è un sintomo il suo uso ricorrente, nei primi anni Quaranta, dell'acquerello, cioè di una tecnica affidata prevalentemente all'effusività dei timbri e dei toni: un uso, quello di Gauli, radicalmente innovativo, per libertà e autonomia dello spazio-colore, nel panorama dell'epoca.” E, affrontandone contemporaneamente temi e poetica, aggiunge: “ci si può chiedere come l'artista, con la sua formazione di progettista e di ingegnere, con le sue ascendenze lombarde e comacine, non abbia atteso alla dimensione architettonica della pittura se non per incrinarla. Nella sua ricerca si assiste infatti a un voluto allentamento della sintassi compositiva, che viene aggredita, se non distrutta, dal dinamismo dei segni. Il ronzio della vita giunge anzi, nelle ultime opere, a incrinare il tessuto stesso dell'immagine, e a trasformarla in uno sfolgorio di scintille, più che in una figura. Con questa pittura di aspra tensione cromatica, dunque, Gauli crea, negli anni di “Corrente”, il suo mondo espressivo: un mondo cupo, sinistro, consapevolmente e potentemente sgradevole. L'esistenza vi appare in tutta la sua smorfia, segnata da presenze malefiche che aleggiano intorno alle figure e alle cose.”
La presentazione delle opere di Gauli si completa con un confronto ravvicinato con i dipinti di alcuni dei suoi compagni di viaggio dentro il movimento di Corrente, appositamente selezionati per dare l'idea dell'atmosfera che questo gruppo di artisti andò sviluppando in quegli anni: sono quindi opportunamente rappresentati in mostra Treccani, Cassinari, Fontana, Guttuso, Migneco, Morlotti, Sassu, Tomea e Valenti.
Nota biografica
Piero Gauli è nato a Milano il 6 giugno 1916. Vive e lavora, spartendo i vari periodi dell'anno, tra Milano e Verna (Como). Inizia gli studi d'ingegneria presso l'Università di Padova, passa quindi all'Istituto Superiore di Architettura di Venezia. Dal 1937 progetta ed esegue scene per teatri sperimentali universitari: Le pièces vanno da Pirandello a Corrado Pavolini, da Pergolesi a Plauto, dai Noo giapponesi ad Andreev, quindi nel 1941 per il gruppo Palcoscenico di Milano la scena dell' “Ultima stazione di Joppolo” con la regia di Paolo Grassi. Del 1938 è l'esordio ufficiale come pittore alla Mostra universitaria triveneta. Nel 1939 ottiene il premio per il “Bianco e Nero” che vince ancora nel 1940. In quell'anno si trasferisce a Milano, entra a far parte del gruppo di “Corrente” ed espone nel 1941 nella collettiva finale del movimento con Badodi, Birolli, Broggini, Cassinari, Cherchi, Fontana, Lanaro, Migneco, Paganin, Sassu e Valenti. Dopo la guerra, che lo porta tra l'altro al fronte russo come ufficiale del III Reggimento Artiglieria Alpina Julia, si dedica alla ceramica d'arte monotipica e lavora, dal 1948, ad Acquasparta in Umbria, poi a Roma producendo un migliaio di opere e decorazioni varie, partecipando alle rassegne nazionali di Faenza, Gubbio, Terni, Messina, Vicenza, Pesaro, occupandosi anche di architettura d'interni e progettando arredi. Frattanto nel 1947 allestisce a Milano, alla Galleria del Naviglio, la sua prima mostra personale. Ne seguiranno molte altre a Milano e in Italia (a tutt'oggi 140). Partecipa inoltre a numerose collettive a carattere nazionale e internazionale alla XXVI Biennale d'Arte di Venezia, nel 1948; alla V e VI Quadriennale romana nel 1948 e 1952; alla Mostra d'Arte Italiana al Centre d'Art Italienne di Parigi nel 1959; alla “Mostra del rinnovamento dell'arte in Italia dal 1930 al 1946”, a Ferrara, nel 1960; alla mostra “32 pittori italiani” a Monaco di Baviera nel 1964, alla mostra “Generazione degli anni 10” a Rieti, nel 1982, alla mostra “Corrente” a Milano, Palazzo Reale, nel 1985. |