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FRANCIS BACON Orari: tutti i giorni ore 10.00-18.00 Informazioni : 0041.27.7223978
(in Italia : 031.269393)
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Francis Bacon è considerato uno dei più straordinari pittori del XX secolo. Noto principalmente come artista figurativo, Bacon trascende l'apparenza dei suoi soggetti grazie all'unicità del metodo con cui applica e lavora la tecnica pittorica. La mostra Francis Bacon: Presenza umana esplora il suo intenso rapporto con la complessità della ritrattistica in un percorso che evidenzia la sua reinterpretazione di artisti del passato e trittici di grandi dimensioni in memoria dei suoi amanti scomparsi.
La mostra espone in un percorso tematico e cronologico una trentina di opere provenienti da collezioni private e pubbliche europee e d'oltreoceano, affiancate da fotografie dell'artista. Aprono l'esposizione i dipinti della fine degli anni Quaranta per poi svilupparsi fino al suo periodo tardo concludendosi con un dipinto incompiuto realizzato poco prima della morte e ritrovato sul cavalletto nel suo studio.
Il percorso creativo di questo artista rivoluzionario è ricostruito in cinque sezioni tematiche (La forma dei ritratti – Oltre la forma – Dipinti ispirati ai Maestri – Autoritratti – Amici e amanti) attraverso le quali si evidenzia il percorso creativo di Bacon nell'affrontare la ritrattistica tradizionale sfidandola.
Le opere giovanili mostrano personaggi che esprimono la loro sofferenza urlando. Questo è un periodo in cui Bacon trae ispirazione dal mondo del dopoguerra. La mostra si apre con una selezione dei suoi primi dipinti come Head VI (Testa VI, 1949) e Study of the Human Head (Studio di una testa d'uomo, 1953), rappresentazioni di figure maschili anonime. Queste due immagini rispettano le convenzioni di un ritratto formale. I modelli occupano tre quarti del formato tradizionale e risaltano su uno sfondo scuro. In Head VI l'individuo è imprigionato in una gabbia trasparente, mentre in Study of a Man's Head il protagonista ci osserva attraverso delle fasce, evocando radiografie che rivelano in modo sconcertante il cranio e i denti del modello. Rivisitati da Bacon, che stravolge la tradizione, nei suoi primi dipinti uomini potenti e famosi appaiono totalmente destabilizzati.
Anche se Bacon non ebbe modo di vedere le opere originali di Vélasquez - Papa Innocenzo X (1649-1650) o di Van Gogh - Il pittore in cammino a Tarascona (1888), esse diventano comunque per lui grande fonte di ispirazione. Da questi due dipinti prende in prestito e reinventa vari elementi, ispirandosi a una gran quantità di riproduzioni, alcune staccate da libri o da articoli di giornale: un ammasso di carte strappate, tutte sparse sul pavimento del suo studio. Si impone questa sfida per rendere omaggio al ritratto e nello stesso tempo rimettendolo in discussione. Il suo interesse per Van Gogh lo spinge ad allontanarsi dall'iconografia cupa e monocromatica e grazie a lui Bacon opta per l'introduzione del colore, che
caratterizzerà la sua opera futura.
A metà degli anni Cinquanta Bacon smette di ritrarre figure urlanti, ma continua a creare immagini ambigue e inquietanti. Scegliendo, per la prima volta, di dipingere da un modello dal vivo, crea i ritratti dei suoi mecenati e collezionisti Robert e Lisa Sainsbury, nonché del suo amico, l'artista Lucian Freud. Entrambe queste rappresentazioni compaiono nella sezione Oltre la forma. Bacon però non apprezza il dipinto secondo il modello, trova questo approccio riduttivo. Pur apprezzando l'immediatezza nell'applicazione della materia pittorica, Bacon comincia ad allontanarsi sempre di più dalla pittura prodotta in studio avvalendosi di un modello dal vivo, preferendo piuttosto trarre ispirazione da fotografie o attingere alla memoria. In questo modo ha la libertà di disporre i suoi soggetti come desidera e di proteggere i suoi modelli da possibili danni causati dalla sua interpretazione. Bacon rimane affascinato da un modello di maschera del poeta e artista William Blake datato 1823 , acquistato presso il negozio della National Portrait Gallery e donatogli; di qui la scelta di dipingere un ritratto ispirato a questo antico oggetto.
Un altro maestro venerato da Bacon è Rembrandt; lo ammira per il suo stile "anti-illustrativo" (affermazione di Bacon). Questa parola dell'artista può essere interpretata come "anti-figurativa". Durante il suo soggiorno in Francia, Bacon studia le pennellate di Rembrandt per il suo Autoritratto con berretto (1659). Diverse riproduzioni di questo ritratto sono presenti nel suo studio di Londra. Nella sezione Dipinti ispirati ai maestri, è dunque esposto Rembrandt con berretto, olio su tavola del 1659, in prestito dal Museo Granet di Aix-en-Provence, per ricordare quanto questo autoritratto influenzi e ispiri gli autoritratti di Bacon, capaci di esprimere una somiglianza sfruttando l'impasto della materia pittorica. Quest'opera di Rembrandt può essere considerata un presupposto fondamentale degli autoritratti di Bacon.
Come Rembrandt, Bacon si dedicò per tutta la sua vita di pittore all'autoritratto, dipingendo il proprio volto più di cinquanta volte nel corso della sua carriera, spaziando da teste di piccolo formato alla rappresentazione a figura intera realizzata su grandi trittici. Bacon è ritratto anche da altri artisti, in particolare da fotografi per i quali ha posato nel corso della sua carriera. Per documentare questo rapporto, in mostra sono esposte foto e filmati realizzati da famosi fotografi del XX secolo, come Cecil Beaton, Arnold Newman, Bill Brandt e Mayotte Magnus.
Bacon crea alcuni dei suoi autoritratti più toccanti e introspettivi poco dopo la morte dei suoi cari. Quando il suo compagno di quasi tutta la vita, Peter Lacy, muore nel 1962, Bacon reagisce realizzando un piccolo trittico di ritratti in ricordo della loro relazione. Dieci anni dopo, Bacon perde il suo amante George Dyer, la cui presenza era ricorrente in tanti dipinti. La scomparsa di Dyer dà origine a notevole gruppo di autoritratti tra cui quello del 1973, che esprimono il suo dolore e il suo isolamento, aprendogli la strada per affrontare la propria morte.
Negli anni '60 lavoro di Bacon vede la produzione di ritratti più personali che lo vedono concentrato su una selezione più accurata dei suoi modelli. I dipinti degli amici e degli amanti dell'artista che lo hanno ispirato nel corso della sua vita sono al centro della mostra Francis Bacon: Presence humaine. Trascendendo la somiglianza, i ritratti di Bacon raffigurano alcuni dei suoi contatti più intimi, come il suo partner Peter Lacy, il suo amante George Dyer, il suo compagno degli ultimi vent'anni, John Edwards; la sua amica Henrietta Moraes, Muriel Belcher fondatrice del Colony club, (un club privato per artisti situato a Soho) e i suoi amici e colleghi fra cui Lucian Freud e Isabel Rawsthorne. Questi gruppi di ritratti fanno luce sulla biografia di Bacon: la sua socievolezza e sui suoi rapporti tumultuosi, ma anche la sua sensibilità esacerbata fino alla disperazione, la sofferenza e il dolore. Bacon sceglie di non dipingere secondo modelli viventi, ammette di essere incapace di farlo, eccezion fatta per le persone conosciute molto bene, i cui ritratti risultano più intimi e personali nonostante la loro distorsione. L'artista preferisce lavorare su fotografie, a volte strappate e accartocciate, ricevute dall'ex fotografo di Vogue, John Deakin, una selezione delle quali è presentata in mostra.
Così ne scrive Rosie Broadley, curatrice della mostra e responsabile delle collezioni del XX secolo della National Portrait Gallery di Londra: "Il ritratto domina l'opera di Francis Bacon, che si impegna totalmente per dimostrare, oltre ogni aspettativa, dove può portare un'esplorazione così intensa, persino estrema. Per Bacon la ritrattistica è un genere fondamentale, capace di esprimere la profondità dell'anima".
La mostra della Fondation Gianadda, realizzata in collaborazione con la National Portrait Gallery di Londra, è unica nel suo genere: presenta infatti l'opera di uno dei più grandi pittori del XX secolo, profondamente impegnato nell'arte del ritratto, in un percorso che combina dipinti e fotografie in una lettura della sua opera del tutto nuova.
Antoinette de Wolff
Con il sostegno di
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![]() Partner principale della Fondation Pierre Gianadda |