|
COLUMBUS: IL MOBILE METALLICO TRA ITALIA E SVIZZERA
13 dicembre 2000 - 31 marzo 2001 Lugano, Galleria Gottardo - Viale Stefano Franscini 12
La Galleria Gottardo ha negli anni esplorato numerosi temi solo apparentemente slegati tra loro.
L'intento era proprio quello di dimostrare che esistono spesso forti legami tra le numerose attività dell'uomo anche se realizzate in luoghi e tempi diversi. Questa mostra ribadisce questo concetto e pone al centro proprio la relazione tra un industriale colto e di vaste aperture e gli artisti e gli architetti che hanno in qualche modo approfittato di questa occasione per creare quelli che oggi sono diventati preziosi cimeli storici.
Parallelamente alla fabbricazione di mobili in tubo metallico su progetti di coloro che saranno ricordati come capisaldi della storia del design e dell'architettura moderna si poneva all'attenzione anche una ricerca dell'immagine grafica dei cataloghi, delle esposizioni e dei manifesti pubblicitari. In questo modo vennero realizzate delle collaborazioni con artisti, architetti, designer di fama internazionale.
La mostra della Galleria Gottardo è dedicata a questa produzione. Il mobile in tubo metallico è stato fra le due guerre il simbolo stesso della modernità, progettato e adottato dagli architetti per le loro case, gli edifici e i luoghi pubblici. Punto di partenza la produzione di un'azienda di Milano, la Columbus, che nel 1932 acquisisce la licenza della zurighese Wohnbedarf, per cui progettavano, fra gli altri; Marcel Breuer, Werner Moser, Flora e Rudolph Steiger, Alfred Roth, Alvar Aalto e lo stesso Sigfried Giedion, fondatore dell'azienda svizzera.
La specificità su cui si è potuto contare per predisporre la mostra è l'esistenza di un corpus archivistico completo e integro presso l'Archivio Storico Columbus, che contiene numerosi esemplari originali di prodotti, in una variegata gamma di tipologie, prototipi, disegni di progetto, documenti, cataloghi, comunicazione pubblicitaria e fotografie originali, non solo di Columbus, riviste d'epoca italiane e straniere.
Diversi materiali conservati presso l'Archivio sono inediti, come, ad esempio, il prototipo della poltrona elastica presentata da Piero Bottoni alla Triennale del 1936, o le sedute in alluminio di Roth, ma anche disegni originali di Giuseppe Terragni per le sedie della Casa del Fascio, prodotte da Columbus. Il progetto della mostra è stato redatto a conclusione di un lungo lavoro di catalogazione di materiali storici cartacei e di reperti tridimensionali di Columbus che all'interno del variegato panorama delle aziende che negli Anni Trenta producono mobili in tubolare metallico, occupa un ruolo importante e molto significativo, sia per l'alto livello qualitativo dei prodotti realizzati, sia per la costante ricerca di prestigiose collaborazioni con gli architetti più famosi dell'epoca, quali Giuseppe Terragni, Piero Bottoni, Giuseppe Pagano e numerosi altri.
Columbus è l'unica azienda italiana a non provenire dal settore del mobile, ma da quello più ampio della produzione di tubi metallici per le più diverse applicazioni, dagli aeroplani alle biciclette (ha origine dalla industria metallurgica A.L. Colombo), e a produrre i modelli degli architetti europei su licenza originale. La produzione italiana viene contestualizzata nella realtà progettuale e produttiva del più ampio panorama europeo e messa in relazione in particolare con Wohnbedarf.
L'esposizione nelle sale della Galleria Gottardo prevede tre sezioni. Una prima esemplifica le differenti tipologie di materiali archivistici dell'Archivio Storico Columbus e documenta i metodi produttivi e costruttivi del mobile metallico, la ricerca e l'evoluzione della produzione. Le altre due sezioni sono dedicate ai mobili italiani e a quelli svizzeri, con particolare riferimento alla Wohnbedarf.
Per questa occasione sarà disponibile in galleria oltre al volume pubblicato recentemente "Flessibili splendori. I mobili in tubolare metallico", a cura di Anty Pansera edito da Electa, una copia anastatica di un catalogo pubblicato dalla Columbus in quegli anni con l'aggiunta di testi redatti appositamente per questa mostra.
|
|