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MAX HUBER + TAKASHI KONO
Chiasso (Svizzera),
m.a.x.museo, via Dante Alighieri 6
Dal 27 maggio a ottobre 2007 (chiuso tutto il mese di agosto)
Telefono: (0)91.6825656 (uffici: 091.6822817)
Lattività
espositiva del m.a.x. museo riprende con una mostra che intende mostrare,
in un doppio omaggio di particolare rilievo, lopera grafica di Max
Huber (1919-1992) e quella di Takashi Kono (1906-1990), in un interessante
confronto tra la proposta svizzero-italiana di Huber e quella tipicamente
orientale di Kono, figura importante della grafica giapponese, padre di
Aoi Kono, la moglie di Huber.
I materiali selezionati
per la mostra proprio da Aoi Kono sono in parte inediti e si inseriscono
nelle operazioni di valorizzazione dellopera dei due maestri (ciascuno
nel suo ambito territoriale) in atto sia in Giappone che in Svizzera.
Lattenzione sullopera di Huber sarà concentrata sui
manifesti riguardanti Milano, mentre la sezione riguardante Kono toccherà
vari aspetti della sua creatività in campo grafico.
Nellambito della rassegna una sala sarà dedicata alla ricostruzione
dellatelier di Max Huber, con i suoi strumenti di lavoro, dove figurano
anche alcuni interessanti prodotti di design (sedia-sgabello, lampade,
ecc.) progettati dallamico Achille Castiglioni.
Max
Huber nasce
a Baar, nel canton Zugo (Svizzera) nel 1919. Dopo il ginnasio studia alla
Kunstgewerbeschule Zürich dove segue con particolare entusiasmo le
lezioni di Alfred Willimann. In questo periodo conosce Werner Bischof,
Emil Schultess, Josef Müller-Brockmann, Carlo Vivarelli, Hans Falk,
Hans Neuburg e Max Bill. Nel 1940 viene a sapere che a Milano, in Italia,
lo studio Boggeri cerca un grafico e senza conoscere una parola ditaliano
Huber si presenta ad Antonio Boggeri. Resta presso il suo studio circa
e qui conosce Bruno Munari, Luigi Veronesi, Albe Steiner, Remo Muratore
e Saul Steinberg.
A causa del difficile clima politico italiano, nel 1941 Huber torna in
Svizzera. Lanno seguente Max Bill lo chiama a far parte del gruppo
Allianz, lassociazione degli artisti moderni svizzeri della corrente
concretista, che vede tra gli altri membri anche Hans Arp
e Richard Paul Lohse. Nellottobre del 1945 ritorna a Milano. Con
Albe Steiner realizza il progetto grafico per lVIII Triennale del
1947. Conosce Giulio Einaudi che lo incarica di curare tutta la grafica
della casa editrice. Progetta la prima immagine coordinata per la società
Braendli. Nello stesso anno organizza con Max Bill e Lanfranco Bombelli
Tiravanti la mostra Arte astratta e concreta al Palazzo Reale
di Milano.
Nel 1950 studia il nuovo logotipo per La Rinascente. Nello stesso anno
partecipa a Milano alla nascita del MAC (Movimento Arte Concreta) formato
insieme a Bruno Munari, Gillo Dorfles, Gianni Monnet e Atanasio Soldati.
Inizia in quegli anni lintensa collaborazione con gli architetti-designer
Achille e Piergiacomo Castiglioni, condividendo, con il suo progetto archigrafico,
lideazione di numerosi allestimenti per la RAI, lENI e la
Montecatini, in seguito Montedison.
Nel 1954 vince, alla sua prima edizione, il prestigioso premio del design
italiano, il Compasso dOro, con il disegno per un tessuto
plastico.
Tratto distintivo della ricerca progettuale di Max Huber nel campo grafico
è il dinamismo impresso nelle sue composizioni: laccentuata
enfasi prospettica di alcune titolazioni, le sequenze costruttive a spirale,
la rotazione di lettere e loghi, lo slittamento dei retini-colore, la
sovrimpressione di immagini fotografiche atta a generare un effetto di
scomposizione del quadro grafico. Un vitale carattere dinamico sempre
giocato con grande abilità allinterno di una nitida gabbia
grafica. Lenergia impressa in queste costruzioni visive richiama
lidea di un travolgente ritmo musicale come quello del suono di
una Jazz-band, altra autentica passione di Huber.
Dal libro alla rivista, dalla collana editoriale allimmagine coordinata
degli stampati aziendali, il progetto grafico di Huber trova nella carta
stampata il suo naturale spazio applicativo sia nel senso della sperimentazione
creativa, sia nella pratica del suo brillante e raffinato mestiere
professionale.
Significativo è anche ricordare la sua lunga e continua attività
didattica iniziata a Milano nel 1947 alla scuola Rinascita, continuata
dal 1959 al 1962 presso lUmanitaria, e ancora ripresa negli anni
70 alla Scuola Politecnica del Design condotta da Bruno Munari con
Nino Di Salvatore. Dal 1978 al 1984 porta la sua esperienza didattica
in Svizzera insegnando grafica alla CSIA, Centro Scolastico Industrie
Artistiche di Lugano. Max Huber muore a Mendrisio il 16 novembre 1992.
Takashi
Kono è
nato a Tokyo in Giappone nel 1906. Si è laureato alla Scuola di
Belle Arti di Tokyo (oggi Università Nazionale di Belle Arti e
Musica) nel 1929, dove si è specializzato in Design. Lo stesso
anno ha iniziato a lavorare presso la Shochiku Kinema Company (oggi Shochiku
Co., Ldt.), dove gli è stata affidata la grafica pubblicitaria
ed è stato coinvolto nella produzione di numerosi film, spettacoli
teatrali e di danza. Nel 1934 è entrato a far parte dello studio
grafico Nihon Kobo su invito di Yanosuke Natori e lanno seguente
ha partecipato alla fondazione di una delle prime case giapponesi produttrici
di film sonori. Nel 1936 ha aperto un proprio studio di graphic design.
Ha progettato lallestimento per lExpo di Parigi del 1937 e
per lEsposizione Mondiale di San Francisco del 1939.
Nel 1941 è stato arruolato ed inviato a Java come parte di un distaccamento
incaricato della propaganda; alla fine della guerra è stato internato
fino al rilascio e al ritorno in Giappone nel 1946. Nel 1948 gli è
stata affidata la direzione artistica della Shin Toho Motion Picture Co.
Nel 1951 ha partecipato alla fondazione del Japan Advertising Artists
Club (JAAC). Nel 1955 ha preso parte alla mostra del gruppo Graphic
55 e nel 1959 ha fondato la DESKA, uno studio di graphic design.
È stato membro della commissione esecutiva della World Design Conference
del 1960. Sempre nel 1960 il suo manifesto Tankou è
stato selezionato per essere incluso nella collezione permanente del Museum
of Modern Art di New York, fatto senza precedenti nella storia del design
del Giappone. È stato membro della commissione delle Olimpiadi
di Tokyo del 1964 e nel 1967 ha disegnato il primo manifesto ufficiale
per le Olimpiadi Invernali di Sapporo del 1972. Sempre nel 1967 si è
tenuta la sua prima mostra personale (The Takashi Kono Fish Exhibition).
Nel 1968 è stato presidente della giuria alla International
Poster Biennale di Varsavia. Ha progettato la grafica dellallestimento
del Padiglione del Governo Giapponese allExpo di Osaka del 1970.
È rimasto fortemente attivo, conquistando la stima internazionale,
fino a che la sua salute non è andata peggiorando nel 1990. Ha
insegnato design alla Art University di Musashino, alla Joshibi University
of Art and Design, alla National University of Fine Arts and Music di
Tokyo e, in particolare, alla Prefectural University of Fine Arts and
Music di Aichi, dove oltre a prendere parte alla fondazione dellistituzione
(1966) è stato preside dal 1983 al 1989. Nel 1983 è stato
il primo giapponese ad essere nominato Honorary Royal Designer for
Industry a Londra. Ha ricevuto riconoscimenti ufficiali del governo
giapponese nel 1976 e nel 1992. Nel 1986 è stato premiato dallArt
Directors Club di Tokyo (Hall of Fame). Si è spento nel 1999 a
Tokyo.
Le più importanti antologie dei suoi lavori sono state pubblicate
nel 1956, nel 1983 e, dopo la sua scomparsa, nel 2003 e nel 2005, anno
in cui è stata organizzata una retrospettiva sulla sua opera al
Museum of Modern Art di Tokyo.
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