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ICO PARISI (1916-1996). Apocalisse
gentile
Como, Roberta Lietti
Arte Contemporanea, via Diaz 3
24 febbraio 7 aprile 2007
orario: 10,30-12
15,30-19; chiuso lunedì e festivi
Catalogo della galleria introdotto da Luigi Cavadini
Ico Parisi (Palermo
1916 - Como 1996) è una delle figure dei personaggi di spicco della
cultura italiana del 900. Originario di Palermo, nel 1936 è
attivo a Como, dove la famiglia si è trasferita, presso lo studio
di Giuseppe Terragni. Si laurea in architettura a Losanna nel 1950. La
sua attività è multiforme: architetto (si ricordano, fra
gli altri, il Padiglione soggiorno della Triennale di Milano, 1954, la
chiesa di Santa Maria dellOsa a Fonteblanda di Grosseto, 1962, e
le numerose abitazioni private), designer (mobili, oggetti, vetri, ecc.),
uomo delle utopie che affronta presente e futuro con una serie
di proposte provocatorie ed ironiche. A lui e al suo lavoro hanno prestato
attenzione la Biennale di Venezia (1976), la Galleria Nazionale dArte
Moderna di Roma (1979), il Musée dIxelles (1980), Documenta
a Kassel (1982), il Centre Pompidou di Parigi (1983), il Padiglione dArte
Contemporanea di Milano (1986), la Galleria Civica di Modena (1990 e 1994),
la Pinacoteca Civica di Como (1995).
Negli ultimi mesi gli oggetti di design da lui progettati sono stati al
centro dellattenzione internazionale in importanti aste a Parigi
e a New York,, dove suoi arredi e complementi di arredo hanno raggiunto
quotazioni di particolare rilievo.
Roberta Lietti, fin dallapertura della sua galleria, ha spesso proposto
nei suoi spazi lopera di Parisi: nel 1992 ha presentato i suoi mobili
zoomorfi, nel 1994 i suoi nudi, nel 2001 ha dedicato una rassegna a Ico
Parisi e gli amici storici accompagnando una serie di disegni, chine,
vetri e ceramiche con le opere di alcuni degli amici artisti (Fontana,
Melotti, Bianconi, Radice, Somaini, Giò Ponti, Milani e Veronesi)
provenienti in buona parte dallo studio e dalla casa di Parisi stesso.
La mostra che viene proposta oggi riprende e ripropone una gruppo di opere
di Parisi che si inseriscono in quella parte della sua ricerca di carattere
utopico e provocatorio, dedicata a considerazioni e riflessioni sulla
situazione delluomo intrappolato in una società che gli lascia
pochi spazi e in cui le aspirazioni e le speranze si trovano a cozzare
con una realtà in cui luomo perde via via la propria identità
ed individualità.
Il titolo dellesposizione - apocalisse gentile - riprende
quello dato da Parisi ad un ciclo di lavori eseguiti nella seconda metà
degli anni Settanta, che culmina in una serie di grandi e minacciosi sigilli
apocalittici (torri, grandi muri, ecc.) che segnarono i luoghi delle sue
presenze espositive.
Apocalisse gentile si legge nel catalogo della mostra al
Palazzo dei Diamanti di Ferrara, 1981 nasce dalla volontà
di creare a dimensione urbana nuovi e diversi segnali, di chiara e immediata
lettura, capaci di denunciare nei loro contenuti provocatori il costante
e progressivo deteriorarsi della nostra situazione esistenziale
Oggetti duso comune o immagini di quotidiano incontro si tramutano
in minacciosi sigilli apocalittici o in insormontabili sbarramenti nel
loro dilatarsi, moltiplicarsi, ingigantirsi o bloccarsi in attanaglianti
gigantesche muraglie davanti alle quali gli uomini diventano piccoli,
impotenti e rassegnati.
Lattenzione alla evoluzione della società diventa spunto
per una riflessione: Le ottimistiche teorie sociali che pronosticavano
un futuro di sviluppo e progresso, di eguaglianza e libertà sono
miseramente naufragate nel mare dei falsi bisogni lasciando campo aperto
allinflazione, alla violenza, alla droga, al terrorismo, mente incombono
le minacce della crisi energetica, della morte ecologica, della guerra
atomica. La costruita natura tecnologica vede nello sgretolarsi della
natura vera la propria fine, cerca allora di mascherare questi premonitori
segni apocalittici moltiplicando gli appelli gentili e promettenti di:
cosmetici, analgetici, digestivi, detersivi, margarine, dimagranti, coloranti,
anticoncezionali, surgelati, surrogati, crociere, safari, carnevali, amori,
gelati, panettoni, pannolini, assorbenti, frigoriferi, lavatrici, aspiratori,
dentifrici in un panorama di futura felicità nella quale la vicina
apocalisse viene soffocata nel bagno di schiuma.
A questa Apocalisse gentile fa seguito nella produzione di Parsi - ed
è documentata in mostra - la serie dei crolli edificanti
dove la gentilezza dellapocalisse si trasforma in una
catastrofe, che è considerato dallartista lunico
processo risolutivo: la cancellazione - scrive - come unica
possibile terapia per permettere la riedificazione a livelli minimali,
in una nuova genesi.
In mostra sono raccolte innumerevoli tavole eseguite negli anni Settanta,
partendo dai progetti (tavole di provocazione progettuale, sono da lui
definite) di utopia realizzabile per concludersi con i crolli
edificanti. In tutto il percorso, fotografia e disegno-pittura si
intrecciano, inglobando anche intriganti pagine di pubblicità,
tratte dalle riviste del tempo, che sono esempi eloquenti di quella apocalisse
annunciata, testimoniata ed esecrata da Ico Parisi.
La mostra, accompagnata da un catalogo introdotto da Luigi Cavadini, si
inaugura sabato 24 febbraio e resterà aperta fino al 7 aprile,
dal martedì al sabato dalle 10,30 alle 12 e dalle 15,30 alle 19.
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