|
JEAN-PASCAL IMSAND
16 febbraio - 30 aprile 2005
Lugano, Galleria Gottardo, Viale Stefano Franscini 12
Galleria Gottardo
a Lugano rinnova anche nel 2005 il proprio annuale appuntamento con la
fotografia e, per proseguire nella sua ricerca, propone la retrospettiva
di un autore svizzero: Jean-Pascal Imsand.
Ideata e curata dalla
Fondation Jean-Pascal Imsand, creata a Zurigo nel 2000, lesposizione
è stata organizzata grazie alla collaborazione nata fra tre istituzioni
svizzere tra le più importanti nellambito della fotografia
quali la Fotostiftung Schweiz di Winterthur, il Musée de lElysée
di Losanna e la Galleria Gottardo di Lugano, fondazione per la cultura
della Banca del Gottardo che, in questa occasione, ricopre anche il ruolo
di sponsor principale del catalogo. Presentata dapprima a Winterthur,
la mostra ha proseguito il suo percorso a Losanna per giungere ora a Lugano.
All'inizio degli anni
'90, Jean-Pascal Imsand (1960-1994) è un po come l'«enfant
terrible» della fotografia in Svizzera. Giovane di talento, individualista,
conquista presto una certa fama nei più svariati generi fotografici,
in particolare nel ritratto e nel paesaggio urbano.
Dopo gli studi alla
Scuola di Belle Arti di Basilea, Jean-Pascal Imsand effettua uno stage
di cinque anni come litografo presso lAtelier di Saint-Prex di Pietro
Sarto. Si appassiona alla fotolitografia, il cui processo gli dà
ampie possibilità di sperimentazione. Collabora alla realizzazione
delle cartelle di eliografia di Edward Steichen e Paul Strand. Quando
nel 1985 debutta nel mondo della fotografia, ha quindi al suo attivo una
solida formazione nei diversi mestieri legati allimmagine, formazione
che gli ha permesso di approfondire, da diversi punti di vista, una tecnica
già per lui molto familiare.
I primi lavori che
gli sono affidati vengono trattati da Jean-Pascal Imsand con uno stile
molto personale, al tempo stesso misterioso e fantastico. La città,
la giovane generazione, il mondo della notte sono i suoi temi preferiti.
Sua moglie Sabina, di cui realizza diversi ritratti, occupa un posto centrale
nel suo lavoro.
Realizza anche fotomontaggi,
un genere in cui può dare libero sfogo alla sua immaginazione.
Collabora con diversi giornali (LHebdo, Das Magazin, du, Neue Zürcher
Zeitung, Le Nouveau Quotidien, Tages Anzeiger
). A partire dal 1987
lavora per conto del World Economic Forum di Davos, assicurando la copertura
dellavvenimento. Realizzare dei reportage non gli dispiace, lo testimonia
il fatto che nel 1990 diventa membro dell'agenzia parigina «Vu»
e nel 1991 della zurighese «Lookat».
Nel 1988 si trasferisce
a Zurigo, città in cui effettua reportage d'ispirazione molto diversa
nel suo quartiere del Kreis V: la Limmatstrasse, gli stagionali della
ferrovia, il Brocki-Land (un rigattiere non lontano da casa sua), i disabili
della «Werkstube», le cucine comunali, lambiente della
droga del Letten.... Se per lui Zurigo è un soggetto che si presta
soprattutto al reportage, Losanna è una città di cui evoca
volentieri il mondo notturno nei suoi aspetti più strani e inquietanti.
Scrive di lui Fabio
Pusterla: «La città, dunque, e il suo respiro profondo; ma
una città che non ha neppure bisogno di un nome; infatti, anche
se le immagini di Imsand sono prevalentemente ambientate a Losanna e a
Zurigo, il ritratto metropolitano che ne risulta è assoluto e ubiquo:
non sono i luoghi tipici e caratteristici, ma le tipologie urbane ad attrarre
l'occhio del fotografo.»
Personalità
ribelle, sensibile, tormentata e romantica come molti giovani artisti
di altre epoche, Jean-Pascal Imsand è uno dei rappresentanti più
brillanti e singolari della fotografia svizzera della fine del ventesimo
secolo.
La mostra «Jean-Pascal Imsand» riunisce per la prima volta
le principali opere del suo breve ma intenso periodo creativo e alza il
velo sul suo mondo di immagini personale e poetico, sulla sua vita di
fotografo tra realtà e sogno, tra documento e immaginazione.
|
|