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La scatola di latta tra arte e funzionalità.
La Collezione Blass, Zurigo
28 maggio - 23 agosto 2003
Galleria Gottardo, Lugano
La Galleria Gottardo affronta spesso nel suo percorso espositivo temi poco conosciuti o dimenticati. Basandosi sul fatto che le attività artistiche dellUomo non sono solo riconducibili allarte, nel senso comune del termine, ma offrono spunti di analisi, di ricerca e di documentazione anche in quelle attività considerate minori, la scoperta della Collezione Blass, un insieme di scatole di latta che abbracciano un arco di tempo che va dalla seconda metà del XIX secolo ai giorni nostri, è senzaltro da considerare come un arricchimento.
La storia delle scatole di latta che diventano oggetti da collezione inizia nel dopoguerra. Colpito, negli anni 50 e 60, dal valore e dal fascino delle scatole di biscotti inglesi, J.M. Franklin raccoglie nellarco di due decenni diverse centinaia di oggetti che diventeranno il tema di una mostra al Victoria&Albert Museum di Londra a cavallo degli anni 70. La rassegna ha un enorme successo e la collezione fa oggi ormai parte delle collezioni del museo.
La scatola di latta è diventata così oggetto museale a tutti gli effetti, nella sua specificità di singolare abbinamento tra la produzione artigianale e industriale ed un linguaggio di immagini e forme estremamente variegato.
Nel tempo limballaggio di latta non solo ha mantenuto il suo scopo di contenitore e salvaguardia dei prodotti più vari, ma ha assunto sempre più il ruolo di luogo di comunicazione visiva.
Le esigenze del mercato, infatti, esigono che le scatole di latta siano ben visibili, accattivanti nei colori e nelle forme (la scatola è tridimensionale e offre infinite varietà di decorazione), in grado di veicolare e rinforzare limmagine della ditta produttrice del contenuto in modo da favorire lacquisto da parte del consumatore. Infine bisogna ammettere che la semplice scatola ha assunto nuovi significati e nuove valenze. Non è più considerata solo qualcosa di inutile, da gettare dopo luso, ma è assurta ad oggetto di studio della quotidianità con una sua valenza socio-culturale.
La mostra raggruppa in primo luogo una buona parte di oggetti secondo precisi orientamenti stilistici e depoca. Non sempre la datazione è affidabile, data la difficoltà di reperire dati precisi sulla loro produzione, ma è importante comunque definirne una minima collocazione cronologica, evidenziando come questo imballaggio sia unico nel suo genere e tipico per il momento storico in cui viene realizzato.
Dal momento che la storia delle scatole di latta non si vuole esaurita nel 1939, e nonostante la produzione più affascinante, ampiamente documentata in mostra, si situi tra il 1870 e il 1930, viene proposta anche una parte considerevole di imballaggi realizzati tra il 1950 e il 2002.
Nel complesso sono circa 500 i pezzi esposti, distribuiti su un arco cronologico di 130 anni, che illustrano la creatività, il gusto estetico e la funzionalità delloggetto scatola di latta in un percorso che non si ferma agli albori e ai tempi doro ma che si dimostra sempre molto attuale.
Nonostante il sempre maggior ricorso al cartone e alla plastica, infatti, limballaggio di latta sopravvive nel dopoguerra, ritrovando addirittura nuovo vigore. Si concretizzano così idee e creazioni degne di attenzione.
Al fascino che esercita la scatola di latta, sia su chi la progetta, sia su chi la colleziona, occorre aggiungere la sua capacità, in quanto contenitore di prodotti di marca, di rispecchiare e testimoniare i mutamenti intervenuti a livello industriale negli sviluppi delle società produttrici, testimoniando spesso i vari momenti di evoluzione (dalla nascita al massimo sviluppo, fino, spesso, alla scomparsa) di aziende e marchi.
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