|  | LUCIO FONTANA E IL MOSAICO 
        DI CANTU26 ottobre 2003- 31 gennaio 2004
 Galleria del Design e dellArredamento, Cantù
La mostra Fontana 
        e il mosaico di Cantù intende ricostruire la memoria culturale 
        del mosaico pavimentale di Lucio Fontana (Rosario di Santa Fè, 
        1899 - Comabbio, 1968) collocato nelledificio della Permanente di 
        Cantù e voluto dalla lungimiranza dellarchitetto Renato Radici 
        che progettò e realizzò questa costruzione di alta qualità 
        architettonica tra il 1955 e il 1957.Muovendo dalla considerazione che la Città di Cantù ha perso 
        la memoria di questo significativo intervento artistico, la mostra intende 
        ricostruirne lidentità non solo attraverso la documentazione 
        fotografica originaria delledificio e delle successive modificazioni 
        del mosaico ma anche esplorando analoghi interventi dellartista 
        nellambito del suo rapporto con larchitettura, con la decorazione 
        e, più in generale, con le arti applicate.
 Accanto a questi aspetti connessi con lidentità del mosaico 
        di Cantù la rassegna presenta un percorso di opere di Fontana che 
        precedono o seguono quel particolare momento della sua ricerca, evidenziando 
        i punti di contatto con quanto lartista andava inventando su molteplici 
        piani operativi.
 Sono esposti materiali scelti in collaborazione con lArchivio Fontana 
        che ha messo a disposizione circa trenta lavori (disegni, progetti, concetti 
        spaziali, la serie dei quanta e alcune ceramiche) che, integrati 
        con altre significative opere di collezioni private, offrono al visitatore 
        un panorama selezionato ed esaustivo del processo ideativo e creativo 
        del grande artista italiano, con particolare attenzione al rapporto tra 
        fase progettuale dellopera e sua realizzazione e collocazione ambientale.
 Lucio Fontana è uno degli artisti del 900 che ha maggiormente 
        sentito il problema di una vera decorazione, intesa come apertura della 
        pittura e della scultura verso una concreta dimensione ambientale, capace 
        di attivare lenergia del segno e del colore come strumenti di invenzione 
        dinamica dello spazio.
 Dopo la partecipazione al gruppo dei pittori astratti italiani negli anni 
        Trenta e parallelamente allattività di ceramista-scultore, 
        uno dei momenti fondamentali della sua ricerca è la realizzazione 
        nel 1949 dellAmbiente Spaziale con forme spaziali e luce nera 
        in cui lartista celebra la sintesi totale dei valori legati alle 
        forme e ai colori nello spazio.
 La celebre serie dei buchi (praticati su tela, carta, zinco, 
        rame ma anche in scala architettonica), i cicli delle pietre, dei barocchi, 
        dei gessi, degli inchiostri preludono al ciclo certo più famoso 
        dei tagli ma non meno significative sono le nature, 
        sferoidi in grès segnati da energici tagli e buchi.
 In questi continui esperimenti delle materie Fontana concepisce latto 
        creativo come segno dellintelligenza delluomo, capacità 
        di immaginare spazi sempre ulteriori rispetto a quelli esistenti, proprio 
        perché lelemento nello spazio in tutte le sue dimensioni 
        è la sola evoluzione dellarchitettura Spaziale.
 Per loccasione verrà pubblicato un catalogo per le edizioni 
        Mazzotta (112 pagine illustrato a colori) con un saggio critico del curatore 
        Claudio Cerritelli, un dialogo tra Paolo Minoli e larchitetto Renato 
        Radici, la documentazione fotografica dei rapporti tra arte e architettura, 
        e apparati bio-bibliografici.
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