|
OFFERTE AGLI DEI DEGITTO
OFFRANDES AUX DIEUX DEGYPTE
in collaborazione
con The Metropolitan Museum of Art, New York
Martigny, Fondation
Pierre Gianadda (Rue du Forum 59 - 1920 Martigny - Svizzera)
17 marzo
8 giugno 2008
Informazioni : 0041.27.7223978
(in Italia : 031.269393)
Sito internet: www.gianadda.ch
Nella primavera del
2008, la Fondation Pierre Gianadda presenterà la mostra Offrandes
aux Dieux dEgypte (Offerte agli Dei dEgitto), frutto di una
nuova collaborazione con il prestigioso Metropolitan Museum of Art di
New York, che già aveva consentito lorganizzazione delle
rassegne De Matisse à Picasso, collection Jacques et Natasha Gelman
nel 1994, Les Trésors du Monastère Sainte-Catherine du Mont
Sinaï nel 2004, Le Metropolitan Museum de New York, chefs-duvre
de la peinture européenne nel 2006.
La nuova mostra aprirà il 17 marzo a Martigny, dopo una tappa a
New York dal 16 ottobre 2007 al 18 febbraio 2008, ed è in assoluto
la prima rassegna dedicata a queste opere affascinanti, ancora cariche
di valori enigmatici.
Nel corso della loro lunga storia, gli antichi Egiziani hanno usato il
rame, il bronzo, loro e largento per creare una sfavillante
ed elegante statuaria in metallo, che si inscrive nel vasto sistema di
relazioni che essi intrattenevano con i loro dei, dalle drammatizzazioni
rituali nei templi e nei santuari che costellano il paesaggio fino alle
processioni festose attraverso città e campagne, dove si ritrovavano
i credenti.
In mostra saranno presentate una settantina di statue e statuette in metallo
prezioso e in lega di rame (fra cui il bronzo lega di rame e stagno)
a documentare un periodo di più di due millenni. La mostra porterà
alla Fondation Pierre Gianadda capolavori provenienti dal mondo intero,
di cui sette grandi bronzi di una tipologia estremamente rara, arricchite
di pietre preziose e decorate, databili alla prima metà del primo
millennio a.C., più precisamente al quello che è chiamato
Terzo Periodo Intermedio (1070-664 a.C.), lapogeo della metallurgia
egizia.
Tra queste opere figura la sorprendente statua della sacerdotessa e nobile
signora Takushit, capolavoro della collezione egiziana del Museo nazionale
archeologico di Atene. Alta 70 centimetri, è coperta da una luminosa
reticella di figure divine e di simboli diversi in metallo prezioso.
La comprensione della statuaria in bronzo e in metallo prezioso dellantico
Egitto pone questioni particolari e vere e proprie sfide. Depositate con
reverenza dopo un uso prolungato e sotterrate sotto i templi in grandi
depositi, le statue non portano spesso alcuna iscrizione né svelano
informazioni di alcun genere.
La statuaria in metallo rivela anche un panorama sicuramente sorprendente
dellarte egiziana, perché testimonia strutture di produzione,
di un ambiente sociale e culturale diversi da quelli che conosciamo per
le opere in pietra che ci sono familiari. Così la rappresentazione
di Hepu, grande personaggio del regno (Museo archeologico nazionale di
Atene), con la sua capigliatura naturale - e non con la parrucca tradizionale
- lo designa come un membro di un gruppo dalla visibilità nuova,
probabilmente un soldato delle guerre del Nuovo Regno (circa 1550-1478
a.C.). Grazie agli studi recenti delle statue metalliche, i ricercatori
hanno potuto elaborare nuovi percorsi di lettura per la storia dellantico
Egitto e arricchire, di conseguenza, la loro conoscenza di queste opere
darte.
La mostra illustra una rinnovata interpretazione dello sviluppo e delle
tipologie della statuaria metallica attraverso i secoli. Unattenzione
particolare è dedicata allepoca della piena fioritura di
questarte, il Terzo Periodo Intermedio, di cui laggettivo
intermedio corrisponde ben poco allimportanza artistica
che lo contraddistingue.
Se lAntico Regno (circa 2575-2100 a.C.) offre rimarchevoli creazioni
metalliche, luso del rame e delle sue leghe - tra cui il bronzo
per la statue di dei e re - prende consistenza nel Medio Regno (circa
2040-1650 a.C.), probabilmente a causa del patronato reale sui templi
che si va sempre più affermando. La figura della giovane principessa
Sobeknakht, che culla il figlio neonato (Brooklyn Museum of Art) è
particolarmente commovente. Sotto i potenti e ricchi faraoni del Nuovo
Regno, che estende le sue relazioni diplomatiche e assume unimportanza
crescente nel commercio internazionale, i templi vedono laccumularsi
di ricchezze, di cui la maggior parte sono oggi perdute e sono a noi note
solo tramite delle rappresentazioni. Lastuto coccodrillo che si
trasforma per metamorfosi in oggetto rituale riccamente rivestito (Musée
du Louvre, Parigi) e il grande e terribile Seth (Ny Carlsberg Glyptothek,
Copenhagen) presentati nella mostra sono fra le rarità di questo
periodo.
Nella stessa epoca, le serie di re inginocchiati (The Metropolitan Museum
of Art, University of Pennsylvania Museum of Archeology and Anthropology)
segnano linteresse crescente della corte per le grandi cerimonie
religiose pubbliche. Queste opere venivano probabilmente posizionate in
reliquiari a forma di barca, muniti di stanghe e portati da sacerdoti,
di modo che la figura divina, riparata sotto un baldacchino e schermata
da paramenti, potesse rischiare luscita allesterno, nelle
processioni dei giorni di festa, nella calca tipica del fervore popolare.
I pezzi sorprendenti che occupano il centro della mostra furono realizzati
durante il Terzo Periodo Intermedio (circa 1070-664 a. C.). I dissidi
politici e linstabilità delle credenze religiose diedero
allora una nuova importanza ai templi. La piccola statua in oro del dio
Amon, con il suo atteggiamento flessuoso e sciolto, offre unimmagine
sorprendente della divinità. I colori scintillanti e lanimazione
delle cerimonie religiose che circondavano queste immagini divine sono
evocati dalle grandi figure dei re Pedubaste e Pami (Museu Gulbenkian,
Lisbona, e British Museum, Londra) e da quelle delle dame di alto rango,
fra cui Takushit, dedite al servizio dei templi e che tenevano compagnia
agli dei come strumentiste e coriste. Tratto caratteristico del periodo
è la decorazione figurale elaborata dei corpi delle statue: la
decorazione della statua di Takushit tendeva a creare uno spazio cultuale
attorno alla figura divina che ella accompagnava, mentre Osiride, il dio
dellAldilà, e i suoi simboli vanno ad adornare il corpo di
unaltra grande statua femminile (Ägyptisches Museum und Papyrussamlung,
Berlino). Luso coloristico raffinato delle leghe ed altre tecniche
utilizzate per queste statue mostrano come tecnologia sofisticata e qualità
artistica siano strettamente correlate.
Durante il Periodo Tardo (664-323 a C.) e il Periodo Tolemaico (323-30
a. C.), i templi acquisirono grande autorità. Non appena fu ristabilita
lunità del regno, lidentificazione, dentro i templi,
del re con il figlio degli dei riesce a preservare il suo prestigio attraverso
tutte le vicissitudini politiche del primo millennio a.C., segnato da
invasioni frequenti e da un consenso interno precario. Immagini scolpite
del re Amasis dai tratti dolci e infantili - fra cui la figurina inginocchiata,
che presenta la sua offerta agli dei (The Metropolitan Museum of Art),
così come una testa che porta un elaborato collier e fa parte di
unazione di culto (Museo egizio, Il Cairo) - esprimono in modo efficace
questo concetto di regalità. La partecipazione del singolo nellofferta
di doni, a partire dal Terzo Periodo Intermedio, si manifesta in una quantità
inattesa di statue la cui varietà attesta unarte piena di
vitalità, prodotta in siti diversi e quindi sensibile a diverse
influssi.
La mostra comprende
informazioni sui luoghi e gli usi della statuaria nei templi, a partire
dagli elementi forniti dalle statue stesse e dalle testimonianze di carattere
archeologico. I testi antichi riportano prescrizioni rituali concernenti
la presentazione delle statue di culto, apparentemente uniche e specifiche,
che erano nutrite, vestite, alle quali si presentavano offerte di gioielli
e che venivano protette dai pericoli della notte. Braccialetti e collane
in miniatura in oro confermano direttamente queste pratiche e certe statue
hanno conservato tracce leggibili della loro ubicazione e dei loro spostamenti
durante le cerimonie rituali. Ma di fatto, le migliaia e migliaia di opere
che furono interrate nei depositi sacri sfuggono a ogni spiegazione lineare
e semplice. Nuove scoperte archeologiche come il piccolo Harpocrate
del Metropolitan Museum con un dito puntato verso la bocca, proveniente
da Saqqara gettano una luce nuova a favore delle interpretazioni
che sono state date sullampiezza del fenomeno dellofferta
di statuaria divina nellEgitto del primo millennio a.C.. Così
una scoperta recente ha rivelato centinaia di questi doni, dal più
raffinato al più banale, disposte con cura in una cripta nella
parte più profonda di un tempio. Un capitolo di catalogo sarà
dedicato a questi oggetti, anche se la loro funzione e il loro significato
rimangono oscuri; il tempio, infatti, accettava e conservava tutte queste
statuette come testimonianze dellesistenza degli dei.
La rassegna è curata da Marsha Hill, Conservatore del dipartimento
delle Antichità Egizie del Metropolitan Museum di New York. Il
catalogo della mostra, con la riproduzione a colori di tutte le opere
esposte è in vendita a 45.- Franchi Svizzeri (circa 30,00 euro).
Con il sostegno di
UBS
|