PATONG. Le grandi figure scolpite dei popoli del Borneo
In collaborazione con il Museo delle Culture Heleneum, Lugano Castagnola

Lugano, Galleria Gottardo, Viale Stefano Franscini 12
23 maggio - 25 agosto 2007

Orari d'apertura: martedì 14.00 - 17.00; mercoledì - sabato 11.00 - 17.00
Chiuso domenica e lunedì. Entrata libera.Tel. +41 91 808 1988 Fax +41 91 808 2447
galleria@gottardo.com
www.galleria-gottardo.org

 

Dal 23 maggio al 25 agosto 2007 nella sede espositiva della Galleria Gottardo di Luga-no, sono esposte trentanove opere realizzate prima della Seconda Guerra Mondiale da scultori di una decina di diversi gruppi etnici del Borneo centrale e meridionale. Le o-pere esposte appartengono tutte al Museo delle Culture di Lugano e fanno parte della Collezione raccolta a partire dagli anni '20 dall’artista ticinese Serge Brignoni, che le donò al Museo nel 1985, insieme a tutta la sua collezione che comprendeva circa 650 opere provenienti per lo più dall'Oceania e dall'Indonesia. Una buona metà delle opere sono presentate al pubblico per la prima volta. Si tratta di uno dei più importanti nuclei di tali opere esistenti oggi al mondo.
La mostra è realizzata in virtù di un accordo di collaborazione fra la Banca del Gottar-do, la Galleria Gottardo e la Città di Lugano, in occasione delle celebrazioni del cin-quantesimo della Banca. Il nuovo catalogo ragionato della Collezione Brignoni pubbli-cato in due volumi, è un dono della Banca del Gottardo alla Città di Lugano.

Le opere di maggiori dimensioni sono sculture raffiguranti antenati, sacerdoti e spiriti, pali antropomorfi per i sacrifici ed elementi architettonici scolpiti con motivi zoomorfi. Fra queste vi sono una decina di veri e propri capolavori d'arte etnica. Il nome patong indicava in senso generico gli spiriti ancestrali o di divinità della natura che venivano realizzati in occasione della morte di un membro del villaggio, o per commemorare la cattura di un nemico in battaglia. Quando le sculture raffiguravano un defunto, esse potevano anche incarnarne lo spirito immortale, prima che esso intraprendesse il suo viaggio lungo e pericoloso verso le dimore ultraterrene. Insieme alle figure di maggiori dimensioni, sono esposti anche raffinati oggetti della cultura materiale dei popoli dayak quali, per esempio, un portaneonato ba', uno scudo kelebit e quattro bastoni magici da caccia tun-tun.

Il percorso espositivo, curato da Francesco Paolo Campione, direttore del Museo delle Culture di Lugano, è articolato in tre sezioni: la prima riguarda il rapporto dell'uomo con l'animale e le forze spiritualizzate della natura; la seconda presenta invece il rapporto dell'uomo con l'antenato, il tema della "buona morte" e la sfera sovrannaturale; la terza permette al visitatore di mettere a fuoco visivamente alcune delle principali caratteristiche plastiche ed espressive delle opere esposte. Ciascuno degli ambiti è introdotto da un'opera di particolare rilievo che costituisce una sorta di elemento segnaletico della sezione espositiva. All'interno delle sale, le opere sono contrapposte fra loro in virtù d'assonanze e dissonanze stilistiche che rendono intrigante il percorso anche da un punto di vista visivo. L'allestimento e le soluzioni illuminotecniche permettono di "svelare", attraverso un gioco di chiaroscuri, i particolari che le opere nascondono a un primo acchito, in virtù della loro forte espressività d'insieme.
Mostra e catalogo sono il frutto di un lavoro di ricerca che prevede l'analisi e la schedatura scientifica delle opere, il loro restauro filologico e il completamento della serie delle informazioni sul loro significato e valore, mediante un confronto coi dati provenienti dalla ricerca sul campo. Fra i principali interessi della ricerca vi sono: la precisazione delle valenze espressive e semiologiche delle forme e delle
decorazioni scultoree nell'ambito del sistema di classificazione locale e, in particolare, rispetto alle pratiche funerarie; l'analisi della rilevanza del linguaggio figurativo in relazione ai determinanti ideologici delle cosmologie e, infine, lo studio delle interazioni fra scultura e architettura, sia a livello funzionale, sia a livello simbolico.

Mostra e pubblicazione sono state realizzate sotto la guida di Franco Rogantini, direttore di Galleria Gottardo. Ricerca, esposizione e catalogo sono state svolte in stretta collaborazione con un'équipe di antropologi coordinati dal direttore del Museo delle Culture, Francesco Paolo Campione. L'équipe di lavoro si è avvalsa inoltre di una collaborazione organica con la Sezione Sud-est asiatica del Centre National de la Recherche Scientifique di Marsiglia e, in particolare di Bernard Sellato e Antonio Guerreiro, i cui scritti sono pubblicati in catalogo insieme a un saggio sulla storia del Borneo di Nila Riwut dell'Università di Giacarta.

Brochure / Catalogo:
L'esposizione è accompagnata da una brochure, disponibile presso la Galleria Gottardo, che presenta il percorso espositivo e riproduce le opere in mostra.
Il nuovo catalogo ragionato (2 volumi) della Collezione Brignoni, curato da Francesco Paolo Campione, che la Banca del Gottardo regala alla Città di Lugano in occasione del suo cinquantesimo anniversario è pubblicato nelle lingue italiano e inglese (Mazzotta Editori, Milano; Grafica: Theredbox Communication Design, Lugano).

 

Galleria Gottardo, fondazione per la cultura della Banca del Gottardo, dal 1989 organizza mostre in collaborazione con musei, enti culturali e collezionisti. In più di quindici anni ha esplorato l’attività dell’Uomo con mostre e pubblicazioni di qualità con l’intento di fissare lo sguardo sulle innumerevoli sfaccettature dell’arte e della fotografia, dell’etnografia e dell’archeologia, del design e di oggetti particolari che sono, con gli anni, divenuti fonte di interessanti collezioni. La sua attività editoriale ha assunto un carattere importante nel complesso della sua produzione con particolare attenzione, nei testi e nell’impaginato, alla qualità dei propri cataloghi.