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Da Kandinsky a Pollock. La vertigine della non-forma.
29 settembre - 6 gennaio 2002 Lugano, Museo Cantonale d'Arte Moderna
Il Museo Cantonale d'Arte presenta in autunno un'esposizione volta ad indagare - attraverso le opere di alcuni protagonisti del XX secolo - il superamento del concetto tradizionale di forma nella cultura artistica occidentale. Risulta infatti sempre più evidente, in una considerazione storica dell'evoluzione dell'arte, come molti artisti abbiano saputo rinnovare radicalmente il senso e le modalità espressive della pittura assumendo, quale elemento centrale della loro dimensione estetica, una messa in questione del valore della forma.
La ricerca di un rinnovamento nel linguaggio pittorico, finalmente affrancato dalla tradizione, si è sviluppata trasversalmente attraverso numerosi movimenti e ha saputo esprimere nell'individualità dei singoli artisti gli entusiasmi e le inquietudini della loro epoca.
Per l'esposizione sono stati riuniti oltre cento dipinti e opere su carta, provenienti da una sessantina di prestatori fra musei, fondazioni, gallerie e collezionisti privati, selezionati secondo un criterio tendente a illustrare le fasi successive dell'elaborazione formale dei singoli artisti, attraverso opere inedite o poco note alle quali vengono affiancate opere universalmente note.
La mostra si apre con capolavori di Kandinsky, Klee e Prampolini realizzati attorno al 1914, rappresentativi delle fondamentali riflessioni di questi artisti sulle potenzialità espressive di forma, colore e materia.
A essi fanno seguito una serie di straordinari lavori di Fautrier, Hartung, Dubuffet, Fontana e Miró degli anni Venti e Trenta, dipinti e disegni, sovente di dimensioni contenute, attraverso i quali gli artisti introducono, con grande anticipo, talune soluzioni formali che diverranno fondamentali nella definizione di una nuova spazialità e di un nuovo rapporto con la materia pittorica. La sezione principale della mostra si estende sino alla fine degli anni Cinquanta, con opere di Fautrier, Wols, Dubuffet, Hartung, Hofmann, Tápies, Michaux, Pollock, De Kooning, Kline, Gorky, Tobey, Sam Francis, Rothko, Mathieu, Bryen, De Staël, Fontana, Burri, Capogrossi, Vedova e Morlotti. Infine un corollario presenta cinque importanti artisti svizzeri contemporanei: Cavalli, Iseli, Klotz, Rollier e Schaffner.
Informale, espressionismo astratto, action painting sono alcune delle definizioni entro le quali si è tentato di sistemare il manifestarsi - sincronico e internazionale - di una moltitudine di personalità che hanno saputo imprimere una svolta radicale alla storia dell'arte del XX secolo.
A guidare il visitatore attraverso il percorso espositivo sono le considerazioni e i pensieri degli artisti, espressi nei loro scritti o in interviste, riportati nelle sale in relazione a determinate opere. In questo modo è possibile cogliere gli elementi essenziali delle varie personalità e nel contempo mantenere la necessaria libertà di lettura per una fruizione favorevole a un'esperienza anche emozionale nell'incontro con l'opera. Il dato emotivo risulta in effetti essenziale per questi artisti che hanno vissuto l'arte non solo quale ricerca squisitamente formale, ma soprattutto quale avventura esistenziale.
La mostra, curata da Marco Franciolli e Lorenza Trucchi, è accompagnata da un catalogo italiano-inglese, edito da Federico Motta Editore, nel quale sono riprodotte tutte le opere in mostra. I testi in catalogo sono di Marco Franciolli, Lorenza Trucchi, Geneviève Bonnefoi, Thomas Messer, Reiner Michael Mason, Bettina von Meyenburg Campell, Carla Burani-Ruef. Gli apparati bio-bibliografici, a cura di Carole Haensler, sono accompagnati da una selezione di testi particolarmente significativi degli artisti presentati nell'esposizione.
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