DA RENOIR A SAM SZAFRAN. Percorso di un collezionistaMartigny, Fondation
Pierre Gianadda (Rue du Forum 59 - 1920 Martigny - Svizzera)
|
In più occasioni la Fondation Pierre Gianadda ha presentato al suo numeroso pubblico grandi collezioni pubbliche: Trésors du musée de São Paulo (1988), Icônes russes. Les saints. Galerie nationale Tretiakov, Moscou (2000), Chefs d’œuvre de la Phillips Collection, Washington, (2004), Musée Pouchkine, Moscou, la peinture française, (2005), The Metropolitan Museum of New York. Chefs d’œuvre de la peinture européenne (2006). Questa volta, intende proporre un piacere ancora più raro, quello di scoprire un’ampia selezione di opere provenienti da una speciale collezione privata.
Collezionista discreto, il proprietario di queste opere ha negli anni spesso collaborato con le esposizioni della Fondation Gianadda e questa volta ha consentito di dare un più ampio accesso ai suoi tesori, mettendo a disposizione tutta la sua collezione all’interno della quale sono stati selezionati 120 capolavori, dipinti e disegni, per raccontare l’evoluzione della pittura da Jean-Baptiste Corot e Eugène Boudin fino ai nostri giorni. Nel corso di questo tempo le trasformazioni estetiche si sono succedute ad un ritmo tale da poter essere paragonate a quelle del rinascimento delle arti nella Firenze del XV secolo. Questa effervescenza creativa corrisponde perfettamente al gusto del nostro collezionista. Egli è molto sensibile al fascino del colore in generale, sia esso frutto di una osservazione attenta della natura o di un pensiero artistico puramente astratto.
Il visitatore potrà così osservare la pittura che si libera in modo progressivo dal reale e privilegia quindi l’espressione di una visione individuale, sempre più lontana dal motivo che l’ha ispirata. L’impressionismo e il postimpressionismo hanno giocato un ruolo fondamentale in questa evoluzione. Essi sono quindi ben rappresentati in questa panoramica che traccia una breve storia della pittura lungo gli ultimi centovent’anni.
I capolavori non mancano in questa collezione: segnaliamo un luminoso nudo di Renoir, Gabrielle. Nu ou jeune fille couchée en buste (1905-1909), uno splendido Claude Monet, Nymphéas (1914-1917), Julie au violon dipinto nel 1893 da Berthe Morisot, e un vigoroso carboncino di Edgar Degas, Les Blanchisseuses (1902 circa) – tutte opere che i visitatori fedeli della Fondation già hanno avuto occasione di ammirare. Essi potranno ritrovare anche certe opere fondamentali di Paul Signac, come Avant du Tub (1890). Praticamente mai visti prima, in compenso, ci sarà, fra gli altri, un notevole Maurice Denis, Avril, les anémones (1891), dalla provenienza particolarmente prestigiosa e lo splendido pastello di Sam Szafran, Imprimerie Bellini (1972).
L’interesse di una collezione privata è dato dalla sua coerenza e dalla sua completezza, ma anche dalle scelte di cui è riflesso e che rivelano le preferenze di una persona.
I filoni privilegiati qui sono chiari. Se l’impressionismo è evocato da una selezione d’opere fondamentali di Monet, Renoir, Sisley o Morisot, il neo-impressionnismeo è ancor meglio illustrato. Tra i dipinti, un insieme sorprendente di opere di Signac documenta la passione del collezionista per questo artista appassionato di luce e di colore. Dai dipinti giovanili come Les balises, Saint-Briac (1890) o Saint-Tropez. Après l’orage (1895), alle opere pre-fauves come L’Arc-en-ciel. Venise (1905), è qui evocata tutta l’opera di Signac.
Di Camille Pissarro, sono proposti due rari lavori del periodo neo-impressionnista. Presente anche Maximilien Luce, con una selezione raffinata di tele come Le Café (1892) o l‘abbagliante Port de Saint-Tropez (1893) che contrasta con la poesia astratta di Londres, Canon Street (1893), uno dei notturni cari all’artista. Tra i Nabis sono da segnalare le audacie cromatiche di Marine à Cannes (1931) di Bonnard. Ma è Maurice Denis, il preferito dal collezionista, del quale sono presentate, con altri dipinti, le tre ultime versioni del Mystère catholique (1889 et 1890) che sono ancora in mani private, oltre a un interessante lavoro del 1893, Ils virent des fées débarquer sur la plage.
Non può essere dimenticata la bella scelta di paesaggi di area fauve di Emile Othon Friesz, da Port d’Anvers (1906) a Bord de mer, Cassis (1907). Da segnalare ancora il gruppo di opere di Marquet e, fra esse, in particolare Plage de Sainte-Adresse (1906), senza dimenticare un seducente Van Dongen, Thé au casino (Deauville) de 1920, e una vigorosa marina di Valtat, Les Rochers rouges (1906).
Anche nelle opere su carta è il colore ad attrarre il collezionista, anche se, poi, è sul bianco e nero che si concentra la scelta dei disegni dove spicca una Maternité di Charles Angrand.Certo intriganti sono gli acquerelli di Signac o la serie di gouache di Raoul Dufy. Kees Van Dongen ha qui una presenza privilegiata con un raro acquerello fauve e un insieme idedito di gouache dipinte nel 1947 per illustrare un’edizione di A la recherche du temps perdu. C’è anche Emil Nolde con paesaggi quasi astratti. Ma, nel campo del disegno, spiccano alcuni pastelli di grande formato: sono firmati da Morisot, Odilon Redon, Denis e Szafran che è rappresentato da una impressionante selezione di lavori. Questi fogli, spesso di grandissime dimensioni, mostrano che la magia colorata dei pastelli non si è persa nel tempo, ma è ancora attiva ai giorni nostri come appare dall’opera di questo artista originale, caro alla Fondation Pierre Gianadda.
Essi documentano inoltre che l’arte contemporanea non è dimenticata da questo collezionista.
E, per tornare alla pittura, ecco i grandi nomi del XX secolo, da Amedeo Modiglianin a Jules Pascin, Marc Chagall, André Masson, Man Ray o, ancora, Pablo Picasso. Senza dimenticare Josef Albers il cui Hommage au carré appare qui comeuna « strizzatina d’occhio » al Punto neo-impressionista. Infine, se la pittura francese o quella appartenente più ampiamente all’Ecole de Paris sono in primo piano in questa rassegna, l’Europa del Nord, evocata fin qui unicamente da Nolde, è ben presente. Perché la collezione comprende pure un importante gruppo di opere - dipinte, disegnate, incise - di Lionel Feininger, che è qui documentato da dipinti e acquerelli.
La mostra, curata da Marina Ferretti-Bocquillon, è accompagnata da un ampio catalogo con la riproduzione di tutte le opere esposte.
Con il sostegno di e di