CESARE TALLONE (1853-1919)

Museo Villa dei Cedri, Bellinzona, Svizzera
16 marzo - 27 luglio 2008

 

La collezione del Museo di Villa dei Cedri di Bellinzona è prevalentemente costituita da opere di artisti del XIX secolo, come Pietro Chiesa, Adolfo Feragutti Visconti, Filippo Franzoni, Vittore Grubicy, Emilio Longoni, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Luigi Rossi, Giovanni Segantini, Vincenzo Vela e Cesare Tallone. Negli oltre vent’anni della sua storia, il museo ha proposto mostre dedicate ad alcune figure di spicco della cultura figurativa tra Ottocento e Novecento, come Luigi Rossi (1985), Filippo Franzoni (1990), Adolfo Feragutti Visconti (1991) ed Edoardo Berta (1997).

Appare allora chiara la scelta di dedicare la principale mostra del 2008 a Cesare Tallone, pittore assai noto nella seconda metà dell’800, ma oggi confinato ai margini di una storia dell’arte che pure per lungo tempo lo ha considerato fra i più significativi esponenti di un’epoca. Il Museo, fra l’altro, nel 1989 aveva proposto un omaggio all’opera del figlio Guido.

Dobbiamo risalire di oltre cinquant’anni, al 1953, per ritrovare una mostra monografica importante che faceva seguito a quella tenutasi nel lontano 1921 a due anni dalla sua morte. Certo le sue opere sono comparse in numerose mostre collettive sulla pittura dell’Ottocento, in particolare a Milano e a Bergamo, le due città nelle quali il pittore visse a lungo insegnando all’Accademia di Brera e all’Accademia Carrara: a Milano nel 1988 la mostra “Il secondo ottocento italiano, le poetiche del vero” e nel 1994 “Pittura lombarda del secondo ‘800, lo sguardo sulla realtà”, mentre a Bergamo tra il 1995 e il 1996 sono state allestite due mostre che presentavano opere di Tallone, quella per il “Centenario del circolo artistico” e quella sui “200 anni dell’Accademia Carrara”. L’unica mostra monografica che è stata realizzata recentemente è quella svoltasi a Lovere sul lago d’Iseo, dedicata soprattutto a quadri di paesaggio.

Ed è proprio quale figura di insegnante eccellente – fra gli allievi ricordiamo Giuseppe Pellizza da Volpedo e Carlo Carrà – che l’artista viene più spesso ricordato, dimenticando invece la sua apprezzata attività come ritrattista.

La mostra di Villa dei Cedri, prevede l’esposizione delle opere più significative del pittore, che illustrino lo svolgersi della sua carriera di maestro e di artista, con uno speciale riguardo alla produzione del ritratto, senza tralasciare i soggetti di genere ed il paesaggio, attraverso un confronto con opere di artisti a lui contemporanei come Giovanni Boldini, Antonio Mancini, Luigi Rossi, Adolfo Feragutti Visconti. Significativa è anche la presenza di opere di suoi allievi come Pellizza da Volpedo, di cui il museo possiede un quadro realizzato nel periodo in cui il pittore seguiva le lezioni di Tallone all’Accademia Carrara.
Uno spazio sarà dedicato anche ad alcuni paesaggi e ritratti del figlio, Guido Tallone.

Coinvolti per i prestiti musei italiani e svizzeri, oltre a prestigiose collezioni private.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo introdotto dai saggi dei due curatori, Matteo Bianchi e Cristina Palma, e da apparati storico critici di sicuro interesse per la ricostruzione e la rivalutazione dell’attività dell’artista.

Cesare Tallone. Nota biografica
Cesare Tallone nasce a Savona nel 1853 e la sua prima formazione avviene ad Alessandria, nella bottega del pittore Pietro Sassi, dove lavora come decoratore. Nel 1872, grazie ad alcuni benefattori, si iscrive all’Accademia di Brera, dove rimane otto anni seguendo i corsi di Raffaele Casnedi e Giuseppe Bertini; sono suoi compagni di corso Gaetano Previati, Leonardo Bistolfi, Giovanni Segantini e Angelo Morbelli. Nel 1879 vince il premio di pittura all’Esposizione dell’Accademia di Brera, col dipinto Una pia donzella che difende dalla rapacità di un Goto gli arredi sacri affidati alla sua custodia, tema tratto dal libro dello storico tedesco Gregorovius. Sullo stesso tema lavorerà gli anni successivi per la grande composizione, Una vittoria del cristianesimo ai tempi di Alarico, con la quale partecipa all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Roma del 1883.
Qui conosce il pittore Antonio Mancini, che si era formato alla scuola di Domenico Morelli e Filippo Palizzi, dipingendo scene di stampo verista del mondo popolare napoletano, attraverso colori densi e pastosi. Tallone non rimane indifferente a questo modo di dipingere, come si riscontra in alcune opere di questo periodo; in particolare nei soggetti di genere: Ciociara, La zingara, Pastorella o nelle figure di bambini come Pagliaccetto, nel quale le corrispondenze con il pittore romano sono evidenti sia nei temi che nella forma.
Nel 1884 partecipa all’Esposizione Nazionale di Torino e l’anno successivo vince la cattedra di pittura all’Acca-demia Carrara di Bergamo, dove rimarrà ad insegnare per 14 anni.
In questo periodo realizza soprattutto ritratti su commissione e numerosi paesaggi; eseguiti en plein air durante le passeggiate in montagna insieme ai suoi allievi. Nel 1899 vince la cattedra di pittura e disegno del nudo all’Accademia di Brera, ottenendo la cattedra che era stata una volta del suo maestro Bertini. Rimarrà definitivamente a Milano dedicandosi all’insegnamento fino agli ultimi giorni, partecipando a numerose rassegne come la Prima Esposizione della Società Permanente nel 1886, l’Esposizione Universale di Parigi nel 1889, l’Esposizione Internazionale di Venezia del 1897, l’Esposizione generale italiana di Torino nel 1898, e nel 1909 all’VIII Esposizione Internazionale di Venezia è presente con una mostra individuale di 14 opere. Muore nel 1919.