HENRI DE TRIQUETI (1803-1874). Scultore dei Principi

Ligornetto, Museo Vela
27 aprile - 27 luglio 2008

 

Attraverso un’iniziativa inedita in Svizzera, e continuando il ciclo di mostre monografiche dedicate a rinomati scultori dell’Ottocento, poco conosciuti in Ticino e nel contesto culturale italofono, il Museo Vela dedica la principale mostra del 2008 allo scultore francese Henry de Triqueti (1803-1874), il quale, tra il 1830 e il 1870 beneficiò del sostegno dell’alta aristocrazia e di famiglie reali europee, in Francia e in Inghilterra, ottenendo ambiziose commissioni di notevole complessità.
La mostra è realizzata in collaborazione con il Musée des Beaux-Arts di Orléans e il Musée Girodet di Montargis.

Lo scultore Henry de Triqueti debuttò al Salon del 1831, affermandosi ben presto grazie alle sue raffinate opere decorative. Nel 1834 ricevette l’incarico di eseguire le porte bronzee della chiesa della Madeleine a Parigi, inaugurate nel 1841, che costituiscono una delle opere più significative della sua carriera. Realizzate nella tradizione delle porte bronzee rinascimentali, e ispirate a un inconsueto soggetto tratto dall’Antico Testamento – i Dieci Comandamenti – esse furono considerate un capolavoro della scultura monumentale, e vennero immediatamente accolte con favore da critica e pubblico. Grazie al successo di questa commissione, lo scultore divenne uno degli artisti ufficiali del regno di Luigi Filippo, ideando per quest’ultimo il complesso funerario in memoria del duca Ferdinando Filippo d’Orléans, e collaborando ai progetti per la decorazione della tomba di Napoleone a Les Invalides.

Forte dell’esperienza acquisita anche in ambito pubblico con gruppi decorativi monumentali – per il nuovo Louvre e per il Ministero degli esteri –, nell’ultimo decennio della sua vita Henry de Triqueti lavorò all’ambizioso complesso decorativo della Albert Chapel al Castello di Windsor, commissionatogli dalla regina Vittoria in memoria del consorte, principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha.

Notevolissime per qualità, virtuosismo e scelta iconografica, sono le molteplici opere di carattere decorativo realizzate dall’artista durante la sua carriera – soprattutto vasi e candelieri in bronzo e materiali preziosi –, che testimoniano della consolidata tradizione transalpina in questo genere, rimasto più marginale a sud delle Alpi.
Al visitatore della mostra sarà data l’opportunità di confrontare direttamente il lavoro dei quasi coetanei Henry de Triqueti e Vincenzo Vela, sia nelle spiccate diversità di orientamento personale e operativo, che negli aspetti comuni. Entrambi infatti beneficiarono di committenze reali e aristocratiche, ma con presupposti e in contesti diversi. Della tradizione scultorea, il primo predilesse la stagione rinascimentale, il secondo quella barocca, ma nessuno dei due poté esimersi dal confrontarsi con il neoclassicismo ormai giunto al suo atto finale, e con la corrente romantica a loro coeva.

Anche nelle scelte iconografiche le differenze sono marcate: il francese è incline a trattare tematiche religiose – soprattutto veterotestamentarie –, mentre il ticinese è attratto dai grandi ritratti politici e dalle committenze pubbliche, generate dalla storia a lui contemporanea.
Entrambi hanno beneficiato del fatto che, attraverso la conservazione della maggior parte dei gessi esecutivi, la loro opera – anche quella monumentale – può oggi essere presentata in un museo.

La mostra, è organizzata in collaborazione con il Musée Girodet di Montargis e il Musée des Beaux-Arts di Orléans, e si avvale di importanti prestiti ulteriori concessi dal Museo del Louvre, dall’Ecole nationale supérieure des Beaux-Arts di Parigi e da collezioni private.
Il volume che accompagna la mostra costituisce la prima pubblicazione in lingua italiana dedicata al grande scultore francese.