OTTO DIX 16 acquerelli per Ursus
Milano, Galleria Blu, Via Senato 18
5 aprile - 15 luglio 2005

La Galleria Blu di Milano inaugura il 4 aprile (ore 21) la mostra "Otto Dix. 16 acquerelli per Ursus", realizzata in collaborazione con l’Accademia di Brera all’interno del ciclo di incontri sul tema “L’arte tra opera e interpretazione”.
La rassegna si compone di 16 acquerelli, dipinti attorno al 1930, che costituiscono un insieme omogeneo, inedito in Italia, importante per la sua rarità e per la peculiarità che la rende particolarmente pertinente al tema dell’interpretazione.
Otto Dix (Gera 1891 - Singen 1969), una delle figure più significative dell’espressionismo, è con la sua pittura emotiva e inquietante, tra i più feroci critici della dissoluzione morale del vivere sociale tra le due guerre. In questi acquerelli, realizzati per il figlio Ursus, si allontana invece dalle sue tematiche abituali. L’artista, infatti, motivato dalla disponibilità affettiva nei confronti del figlio, sceglie dei soggetti il più possibile vicini all’immaginario infantile. Quello che però in questi lavori più colpisce e sovrasta è la grandezza dell’arte di Otto Dix che si manifesta nella caratteristica foga espressiva, ben illustrata negli atteggiamenti dei personaggi (dalle iene, alle tigri, alle maschere di carnevale) e nella costruzione delle scene, in cui le atmosfere sono rese inquietanti dall’aggrovigliarsi dei segni e dal rapido distribuirsi dei colori. Si viene creando così una sorta di metamorfosi in cui il soggetto sottratto al mondo dell’infanzia viene, attraverso la sua trattazione, restituito al mondo degli adulti di quegli anni coinvolti nel precipitare degli eventi che porteranno ad alcune delle più atroci manifestazioni del nazismo che bollerà l’opera di Otto Dix come “arte degenerata”. Particolare significato viene ad assumere l’acquerello del carnevale che sembra anticipare col personaggio della morte lo spirito di denuncia del famoso quadro “Die sieben Todsünden” del 1933 in cui lo stesso personaggio ha gli inconfondibili baffetti del dittatore.