ALDO GALLI
cento anni dalla nascita
venticinque dalla morte

Il prossimo 10 novembre ricorre il centenario della nascita di Aldo Galli, uno dei maestri dell’astrattismo storico italiano. Galli appartiene a quel gruppo di artisti che a Como, fin dagli anni Trenta del ‘900, sviluppano una ricerca che affida alla geometria il compito di definire le forme, in derivazione ma anche in piena autonomia dal mondo reale. Con lui si muovono in questo ambito Mario Radice, Manlio Rho, Carla Badiali e poi, a partire dai primi anni Quaranta, Aristide Bianchi, Cordelia Cattaneo, Alvaro Molteni, Carla Prina, Eligio Torno. Insieme eterogeneo di artisti che hanno però in comune questo bisogno di emanciparsi dalla pittura (e dalla scultura - Galli) di tradizione, in consonanza anche con le esperienze architettoniche razionaliste che vanno compiendo architetti come Giuseppe Terragni e Cesare Cattaneo.
Da non dimenticare che in quegli stessi anni anche a Milano si muove su una stessa ricerca un altro gruppo di pittori attivi attorno alla Galleria del Milione di Milano, di cui fanno parte Oreste Bogliardi, Virginio Ghiringhelli, Mauro Reggiani (è loro la prima mostra d’arte astratta “italiana”, 1934), Lucio Fontana, Atanasio Soldati, Osvaldo Licini, Fausto Melotti, Luigi Veronesi.
Aldo Galli sviluppa dapprima una ricerca tutte rivolta alla scultura, trovandosi costretto spesso a una pura progettazione per la difficoltà di giungere alla realizzazione delle opere. Quando negli anni Quaranta comincia a confrontarsi con la pittura lo fa con una logica da scultore, ponendo grande attenzione alle valenze spaziali del racconto pittorico, che giunge, proprio per le scelte geometriche della costruzione, ad una rappresentazione di carattere architettonico, che affida alla prospettiva il compito di dare corpo alla scansione spaziale dell’immagine. Non manca, almeno per un certo periodo, un risvolto metafisico che rende assolute le sue composizione, arricchendole di una atmosfera che certo è nuova per questo tipo di astrazione.
Galli continuerà per tutta la sua vita, che si conclude nel 1981, questa indagine tra geometria, colore e spazio, riprendendo a volte, soprattutto in scultura, i progetti rimasti in sospeso e realizzandoli con materiali via via diversi, e andando a chiarire sempre più le relazioni spaziali tra forme e colore.

Luigi Cavadini
1 settembre 2006